Semiotica: differenze tra le versioni

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== Le due visioni ==
Tornando alla concezione del segno, Peirce e de Saussure propongono due concezioni del segno - o meglio del rapporto di significazione - abbastanza differenti. Questo non significa che le due visioni siano mutuamente esclusive e non integrabili.
[[File:Charles Sanders Peirce.jpg|thumb|Charles Sanders Peirce]]
La definizione di relazione segnica o ''semiosi'' di Peirce avviene fra tre elementi: un ''Representamen'', la parte materiale del segno; un ''Oggetto'', il referente a cui il segno fa riferimento; e un ''Interpretante'', ciò che deriva o viene generato dal segno. Il punto di partenza della semiosi di Peirce è nella realtà esterna (dove in Saussure il Referente aveva invece un ruolo solo accessorio nel definire la relazione tra il significante e il significato). L'Oggetto quale è nella realtà viene definito da Peirce ''Oggetto dinamico''. A partire dall'oggetto dinamico si definisce quello che Peirce chiama l'Oggetto Immediato che sembra corrispondere al significato di Saussure. Infatti l'oggetto immediato nasce dal 'ritagliare' o dal mettere in rilievo alcune delle caratteristiche dell'oggetto dinamico, quindi dell'oggetto reale. Questo vuole dire che l'oggetto immediato ci dà dell'oggetto dinamico solo una prospettiva tra le tante possibili; nel segno quindi il representamen (significante) ritaglia o identifica attraverso l'oggetto immediato (significato) un particolare punto di vista sull'oggetto dinamico (referente).
Il punto di partenza della semiosi di Peirce è nella realtà esterna (dove in Saussure il Referente aveva invece un ruolo solo accessorio nel definire la relazione tra il significante e il significato). L'Oggetto quale è nella realtà viene definito da Peirce ''Oggetto dinamico''. A partire dall'oggetto dinamico si definisce quello che Peirce chiama l'Oggetto Immediato che sembra corrispondere al significato di Saussure. Infatti l'oggetto immediato nasce dal 'ritagliare' o dal mettere in rilievo alcune delle caratteristiche dell'oggetto dinamico, quindi dell'oggetto reale. Questo vuole dire che l'oggetto immediato ci dà dell'oggetto dinamico solo una prospettiva tra le tante possibili; nel segno quindi il representamen (significante) ritaglia o identifica attraverso l'oggetto immediato (significato) un particolare punto di vista sull'oggetto dinamico (referente).
L'aspetto più interessante del processo di semiosi come è stato pensato da Peirce consiste nel concetto di ''interpretante''. L'interpretante di Peirce è infatti un ulteriore segno che sorge dal rapporto tra il representamen e l'oggetto immediato; come dire che un segno genera un altro segno attraverso un processo di interpretazione. Tale processo di generazione di un interpretante da un segno, e poi di un altro segno-interpretante successivo e così via, identifica un processo potenzialmente interminabile detto di ''semiosi illimitata''.
Quindi il concetto di segno o della semiosi in Peirce è ''triadico''.
 
L'aspetto più interessante del processo di semiosi come è stato pensato da Peirce consiste nel concetto di ''interpretante''. L'interpretante di Peirce è infatti un ulteriore segno che sorge dal rapporto tra il representamen e l'oggetto immediato; come dire che un segno genera un altro segno attraverso un processo di interpretazione. Tale processo di generazione di un interpretante da un segno, e poi di un altro segno-interpretante successivo e così via, identifica un processo potenzialmente interminabile detto di ''semiosi illimitata''. Quindi il concetto di segno o della semiosi in Peirce è ''triadico''.
Il concetto di interpretazione è centrale nella prospettiva filosofica di Peirce e della sua concezione del [[pragmatismo]]. Peirce ritiene in sintesi che il processo cognitivo fondamentale nell'uomo sia il costante passaggio dalla condizione del ''dubbio'' a quello della ''credenza''; o meglio, Peirce ritiene che il nostro rapporto con il mondo sia dettato dalla continua produzione di ''ipotesi'' riguardo al modo in cui possiamo superare una condizione di incertezza, o di dubbio cognitivo, e quindi riposare la nostra mente nella sicurezza della credenza. La credenza o "abitudine" (''habit'' in inglese) può essere assimilata a un modello mentale, uno stereotipo o una concezione culturale stabilita, che ci permette di affrontare la realtà con un determinato successo. Quindi fondamentale per Peirce è la nostra capacità di produrre ipotesi o ''abduzioni'' riguardo al modo in cui vanno, o si ritiene debbano andare, le cose.
 
Questa centralità delle modalità di pensiero per ipotesi deriva a Peirce dalla sua formazione scientifica. Infatti è la stessa logica del pensiero scientifico che prevede un costante e continuo processo di revisione e messa in discussione delle ipotesi di partenza di una teoria (il cosiddetto ''[[falsificazionismo]]'' di [[Karl Popper]]).
Il concetto di interpretazione è centrale nella prospettiva filosofica di Peirce e della sua concezione del [[pragmatismo]]. Peirce ritiene in sintesi che il processo cognitivo fondamentale nell'uomo sia il costante passaggio dalla condizione del ''dubbio'' a quello della ''credenza''; o meglio, Peirce ritiene che il nostro rapporto con il mondo sia dettato dalla continua produzione di ''ipotesi'' riguardo al modo in cui possiamo superare una condizione di incertezza, o di dubbio cognitivo, e quindi riposare la nostra mente nella sicurezza della credenza. La credenza o "abitudine" (''habit'' in inglese) può essere assimilata a un modello mentale, uno stereotipo o una concezione culturale stabilita, che ci permette di affrontare la realtà con un determinato successo. Quindi fondamentale per Peirce è la nostra capacità di produrre ipotesi o ''abduzioni'' riguardo al modo in cui vanno, o si ritiene debbano andare, le cose. Questa centralità delle modalità di pensiero per ipotesi deriva a Peirce dalla sua formazione scientifica. Infatti è la stessa logica del pensiero scientifico che prevede un costante e continuo processo di revisione e messa in discussione delle ipotesi di partenza di una teoria (il cosiddetto ''[[falsificazionismo]]'' di [[Karl Popper]]).
 
[[File:Umberto Eco 01.jpg|thumb|Umberto Eco]]
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Eco è stato tra i primi critici della prospettiva strutturale 'ortodossa', mettendo in discussione che un [[testo]] sia la manifestazione di strutture ontologiche, significative di per sé e indipendentemente dalle letture che di esso si possano dare. Attaccherà dunque l'idea levi-straussiana di considerare le 'strutture' che danno valore ai testi come entità realmente esistenti (strutturalismo ontologico), per attribuire a esse valore euristico e sempre provvisorio. Ha poi concretizzato le sue ricerche nella definizione di un paradigma teorico unificato per la semiotica nel ''Trattato di semiotica generale'' (1975). Ha così tentato l'innesto nella tradizione strutturalista (antipsicologista, non referenzialista) delle idee peirciane (generalità della nozione di segno, realismo semiotico). Ha insistito con l'analisi delle teorie semio-linguistiche giungendo alle fondamentali asserzioni sui limiti delle rappresentazioni semantiche. Oggi indaga le relazioni tra semiotica e ricerche cognitive, recuperando molti problemi degli anni '70 e '80 (iconismo, percezione e significato) e ponendoli in una luce nuova più attenta agli sviluppi contemporanei della [[psicologia]] cognitivista.
 
Fondamentale in Eco è quindi il problema dell'interpretazione (il che lega le sue riflessioni alla prospettiva più generale dell'[[ermeneutica]]). Eco muove dall'idea che l'analisi delle strutture del testo coincida con la ricerca delle sue potenziali [[strategia|strategie]] interpretative. Eco definisce il testo "una macchina pigra" in quanto ritiene che il senso di un testo sia determinato solo in parte dalle strutture o dai percorsi di senso potenziali costruiti dall'emittente, ma che un ruolo fondamentale venga svolto dal fruitore del testo senza il cui intervento il senso resterebbe lettera muta. Quindi la costruzione del senso di un testo si gioca nel processo dialettico che si attiva tra le strutture retorico-testuali e le strategie di interpretazione del lettore (principio della cooperazione interpretativa nei testi narrativi, v. ''Lector in fabula''). Legata alla questione dell'interpretazione testuale - una delle questioni centrali del lavoro di Eco - è quella della individuazione dei limiti dell'interpretazione medesima. Fin dal 1962 -, in una fase pre-semiotica della sua ricerca -, Eco si era occupato della questione della interpretazione dei testi; in ''Opera aperta'' veniva infatti elaborata una [[estetica]] della ricezione testuale, in cui il ruolo del lettore era fortemente attivo e creativo nei confronti della definizione del senso del testo. In seguito Eco ha notevolmente ristretto la libertà del lettore o fruitore del testo, prima con la teoria già citata della cooperazione interpretativa tra testo e lettore, poi con una vera e propria definizione dei limiti dell'interpretazione. In sostanza, secondo Eco, si può definire propriamente interpretazione di un testo solo quella lettura che sia giustificata e comprovata dalle strutture testuali medesime; ogni lettura del testo che vada oltre tale giustificazione testuale dovrà essere definita un uso del testo medesimo e non avrà l'obbligo di essere coerente con il testo da cui deriva.
 
Altra questione centrale nella ricerca di Eco è il problema del significato. In sostanza Eco ha proposto un modello semantico a istruzioni in formato di [[enciclopedia]]. La metafora dell'enciclopedia serve a Eco per evidenziare la differente struttura interna del modello di sapere da lui utilizzata che si definisce come una rete di unità culturali tra loro interconnesse. Il modello a enciclopedia viene contrapposto a più rigidi modelli semantici a dizionario in cui ogni significato è semplicemente definito da una serie di unità minime tra loro interdefinite e autosufficienti (semantica strutturale). Ma il funzionamento del processo cognitivo che porta all'identificazione del significato è molto più aperta ed è legata all'attivazione di porzioni del sapere culturale complessivo in ragione delle esigenze contestuali. Il significato è infatti determinato dall'uso di concetti legati alla nostra generale esperienza o conoscenza del mondo, a stereotipi e strutture culturalmente predefinite che abbiamo appreso nel tempo e/o da altri testi (competenza [[intertestualità|intertestuale]]). La nozione di enciclopedia è quindi un postulato semiotico o ipotesi regolativa che non può essere descritta nella sua totalità, ma che può rendere ragione dei meccanismi di costruzione e negoziazione del senso nei diversi contesti comunicativi. Su questa concezione si basa anche la più recente produzione di Eco. In ''Kant e l'ornitorinco'' Eco cerca di individuare i processi cognitivi che stanno alle spalle della negoziazione culturale del senso. Secondo Eco posti di fronte a un nuovo fenomeno, attraverso un meccanismo di inferenza percettiva, noi ci costruiamo dei tipi cognitivi - "privati" o individuali -, mentre sul piano dell'accordo comunicativo, quindi sul versante intersoggettivo e culturale, ci troviamo di fronte alla elaborazione di quello che Eco chiama contenuto nucleare, costituito dall'insieme delle diverse interpretazioni e concezioni dell'oggetto in uso. A queste competenze si può poi aggiungere una conoscenza più specifica e "professionale" propria solo di alcuni soggetti che Eco chiama contenuto molare.
 
== La semiotica generativa ==
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Importante nella costruzione del modello greimasiano è stato il riferimento all'opera dell'etnografo russo [[Vladimir Propp|Vladimir Jakovlevic Propp]] ''Morfologia della fiaba'' pubblicato nel 1928. Propp, analizzando un corpus limitato di fiabe di magia russe aveva individuato una struttura ricorrente di trentuno funzioni narrative presenti in tutte le fiabe con varianti relative. Aveva inoltre individuato il ricorrere di sette ''sfere d'azione'' che caratterizzavano i ruoli di alcuni personaggi nelle fiabe in analisi. Dalle sfere d'azione Greimas elabora un modello più astratto delle funzioni svolte dai personaggi potenzialmente adattabile a ogni forma di narrazione. Chiama queste funzioni ''attanti'' e le identifica in tre coppie essenziali: soggetto/oggetto; destinante/destinatario; aiutante/opponente.
 
In sostanza, la teoria semiotica elaborata da Greimas ha l’intenzione di rendere conto di una semantica e di una grammatica che possano essere definite fondamentali. Così come i metalinguaggi, Greimas concepisce un sistema semiotico organizzato per livelli di profondità progressivi. Il passaggio da un livello all’altro avviene secondo la generatività: gli elementi più profondi generano gli elementi più superficiali ricorrendo a regole di conversione. Le strutture semio-narrative costituiscono il livello più profondo e dunque accolgono il livello elementare della significazione in cui si descrivono tutte le possibili articolazioni semantiche.
Così come i metalinguaggi, Greimas concepisce un sistema semiotico organizzato per livelli di profondità progressivi. Il passaggio da un livello all’altro avviene secondo la generatività: gli elementi più profondi generano gli elementi più superficiali ricorrendo a regole di conversione.
Le strutture semio-narrative costituiscono il livello più profondo e dunque accolgono il livello elementare della significazione in cui si descrivono tutte le possibili articolazioni semantiche.
 
In ogni testo è quindi possibile individuare la figura di un Soggetto che intende conseguire un Oggetto di valore. Evidentemente nel racconto può presentarsi la figura di un Anti-soggetto che svolge un programma narrativo uguale ma contrario rispetto a quello del Soggetto per conseguire il medesimo Oggetto di valore. La valorizzazione dell'oggetto avviene attraverso l'intervento di una ulteriore figura attanziale che è quella del Destinante che propone la motivazione all'azione del Soggetto; il Destinatario sarà poi la figura attanziale che sancisce il successo o l'insuccesso dell'azione dell'eroe-Soggetto. In questo meccanismo astratto si inseriscono le due figure attanziali dell'Aiutante che appoggia il Soggetto nel raggiungere il proprio obiettivo e dell'Opponente che cerca di inibire l'azione del Soggetto.