Alexander Mitchell Palmer: differenze tra le versioni
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Nato a [[White Haven]], in [[Pennsylvania]], da una famiglia agiata, Alexander Mitchell Palmer studiò al [[Swarthmore College]] con [[William Cameron Sproul]], laureandosi in [[giurisprudenza]] nel [[1893]]. Divenuto avvocato, Palmer nel [[1898]] sposò Roberta B. Dixon di [[Easton (Maryland)|Easton]] del [[Maryland]].<ref>{{cita libro|cognome=Stanley|nome=Coben. |titolo=A. Mitchell Palmer: Politician|data= |anno= 1963|editore=Columbia University Press|città= |p=10}}</ref> La donna morì nel [[1922]] e l'anno successivo, nel [[1923]] Palmer sposò Margaret Fallon Burrall.<ref>{{en}} [http://select.nytimes.com/gst/abstract.html?res=F20A14FA3D5D15738DDDA90B94D0405B838EF1D3& "A. Mitchell Palmer Weds Mrs. Burrall, New York Times, 30 agosto 1923]</ref>
Dedicatosi fin da subito all'attività politica, nel [[1909]] venne eletto [[deputato]] del [[Congresso degli Stati Uniti d'America]] tra le fila del [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|Partito Democratico]], ricoprendo la carica fino al [[1915]]. Nel [[1912]] Palmer fece poi parte anche del comitato elettorale di [[Thomas Woodrow Wilson]], all'epoca [[governatore del New Jersey]], che l'anno successivo fu eletto [[presidente degli Stati Uniti d'America]]. Appartenente all'ala liberale dei Democratici, al Congresso Palmer sostenne l'azione legislativa per il [[suffragio elettorale]] alle
==I ''Palmer Raids''==
Questo deciso cambio di rotta era dovuto al mutato clima politico instauratosi nel Paese dopo la [[Rivoluzione d'Ottobre]] del [[1917]], che generò una psicosi collettiva nota come [[Paura rossa]] (in [[Lingua inglese|inglese]] ''Red Scare''), in cui si credeva che agenti comunisti americani volessero rovesciare il governo federale e instaurare un regime [[comunista]]. Per tale motivo, rifacendosi ad attentati anarchici compiuti nel [[giugno]] del [[1919]] e a due leggi federali sui sovversivi, l'[[Atto sullo spionaggio del 1917]] e l'[[Atto sulla sedizione del 1918]], il procuratore generale degli Stati Uniti, insieme al suo assistente particolare [[John Edgar Hoover]], dal [[7 novembre]] di quell'anno si scagliò contro le associazioni anarchiche, socialiste, comuniste e sindacaliste (come l'[[IWW]]) con i cosiddetti ''Palmer Raids'': arresti indiscriminati, processi sommari ed espulsioni forzate contro gli obiettivi definiti pericolosi, spesso calpestando le più elementari libertà individuali e principi di giustizia. Nel corso di queste operazioni di polizia vennero arrestate più di 10.000 persone "sospette", che furono espulse di forza dal Paese. Un fattore di forza della repressione politica fu la disomogeneità delle associazioni politiche e sindacali, spesso formate da [[immigrati]] di varia nazionalità ([[italiani]], [[greci]], [[polacchi]], [[irlandesi]], [[ebrei]], [[finlandesi]]) che non parlavano e non capivano la lingua
==Gli ultimi anni==
Quando la temuta rivoluzione in [[America]] non si verificò, Palmer fu accusato dai suoi oppositori di aver ignorato e calpestato le libertà individuali dei cittadini americani e di aver pilotato la paura verso il [[comunismo]] per ottenere la ''nomination'' del [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|Partito Democratico]] alle elezioni presidenziali del [[1920]].
Terminata l'amministrazione Wilson nel [[1921]], Palmer non ottenne la tanto agognata candidatura del suo partito per la presidenza, andata al rivale [[Cox]], che fu sconfitto dal candidato del [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|Partito Repubblicano]], [[Warren G. Harding]]. Successivamente rimase in disparte, non essendo più una forza trainante all'interno del partito, sebbene nel [[1928]] avesse sostenuto la campagna elettorale per la candidatura di [[Al Smith]] e nel [[1932]] per quella di [[Franklin Roosevelt]].
Morì l'[[11 maggio]] [[1936]] a [[Washington]], a 64 anni.
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