Sopravvivere coi lupi (romanzo): differenze tra le versioni

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'''''Sopravvivere coi lupi''''' è un libro falsamente autobiografico scritto da [[Misha Defonseca]], una donna ebrea.
== Trama ==
Sopravvivere con i lupi è un libro autobiografico che racconta l’infanzia dell’autrice ed in particolare l’avventura da lei vissuta durante la seconda guerra mondiale. Figlia di due ebrei belgi, all’età di sette anni, quando i genitori vengono arrestati e deportati in Germania, viene affidata ad una facoltosa famiglia, che però non l’accetterà mai come una vera figlia. L’unica persona che le vuole veramente bene è un anziano parente della famiglia adottiva che lei chiama nonno e i cui insegnamenti l’accompagneranno per tutto il racconto.Il suo pensiero fisso è quello di scappare per andare in Germania a cercare i suoi genitori e il libro è incentrato proprio sul viaggio di questa ragazzina di appena otto anni in Europa in piena seconda guerra mondiale.
Misha o Minshke è una bambina di sette anni che viveva insieme ai suoi genitori in [[Belgio]], fino a quando arrivarono i [[nazismo|nazisti]] che li arrestarono. L'unico giorno in cui suo padre doveva andarla a prendere a scuola, lui non c'è andato perché i suoi genitori sono stati arrestati; sua madre, che ha preveduto a tutto questo, ogni giorno la raccomanda dicendole di non opporsi se qualcuno la venisse a prendere. Ma i genitori, prevedendo quella fine, decidono di salvarla affidandola ad una famiglia cattolica: i De Wael. Il giorno che i Wael mandarono una signora vestita di nero a prendere Minshke, passarono con l'autobus davanti alla casa della bambina e da lì si sentirono urla e spari.
 
La protagonista del libro non conosce neppure il suo vero nome, perché i suoi genitori glielo hanno tenuto nascosto per proteggerla dalle leggi razziali contro gli ebrei e questo le impedirà di poter fare ricerche sui genitori una volta adulta.All’età di otto anni Mishke o Monique o Misha, a seconda di come vogliamo chiamarla, parte per un lungo viaggio che la porterà in mezza Europa e che durerà ben quattro anni: dal 1941 al 1945.
Minshke pensava che mamma e papà stessero litigando. La famiglia Wael coglieva ogni occasione per deriderla, umiliarla e privarla di ogni bene. Le mutarono il nome in Monique Valle, la mandavano spesso alla fattoria del nonno. Inoltre il nonno le fa vedere le cartine dell’[[Europa]], le dice che i suoi genitori erano all’[[Europa dell'Est|est]], le regala qualche vestito pesante e una piccola [[bussola]] che Minshke si porta sempre dietro da quel giorno.
 
Dal Belgio giunge in Germania, da qui passa in Polonia e quindi in Russia, decide poi di tornare nel suo Paese attraversando la Romania, la Iugoslavia, l’Italia e la Francia.Le situazioni che deve affrontare durante questo viaggio sono particolarmente dure e sembra quasi impossibile che una bambina di otto anni sia riuscita a superare le terribili prove che vengono narrate nel libro.
Inizia quindi a stringere amicizia e ad imparare a comportarsi esattamente come loro finché un cacciatore li uccise: per Mishke questo fu un duro colpo, perché pensò di essere rimasta orfana per la seconda volta; da questo momento cominciò ad odiare gli uomini. Continuò il lungo cammino fino a che viene catturata da un gruppo di polacchi che la fanno partecipe a scene di violenza verso alcuni soldati tedeschi. Scappa, segue un gruppo di ebrei che vengono condotti in un [[campo di concentramento]] e appena arrivati lei non entra dalla porta principale, ma da una fessura sotto le mura, per poter cercare i genitori e poi scappare con loro. Ma non trova altro che miseria, fame e disperazione: il buco è stato murato e lei deve aspettare una notte di temporale per scavalcare un altro buco nella terra.
 
Per sopravvivere è costretta a rubare, perfino ad uccidere e a vivere in modo selvaggio lontana dai centri abitati, sviluppando così un sentimento di diffidenza verso gli uomini e di contro una spiccata familiarità nei confronti degli animali e in particolare dei lupi.È proprio con una coppia di lupi che ricrea, per un breve periodo, un rapporto simile a quello avuto in passato con i propri genitori.Purtroppo i lupi vengono uccisi dagli uomini e questo accresce in lei l’odio e il rancore verso gli umani e il suo sentirsi più vicina agli animali che agli uomini.Ciò che vede nel ghetto di Varsavia la sconvolge profondamente: non riesce a farsi una ragione delle atrocità commesse dall’uomo verso i suoi simili e dalla passività e indifferenza di interi popoli di fronte alla tragedia dell’Olocausto.
Avendo girato cinque anni all’est, decide di tornare verso sud arrendendosi alla morte dei suoi genitori: arriva in un villaggio dove un gruppo di persone dell’opposizione, guidati da un ragazzo di nome Misha, l'accolgono.
 
La fuga dal ghetto e la disperata corsa verso la libertà la fa convincere che qualsiasi sofferenza è da preferirsi alla rassegnazione che aveva osservato in molti abitanti del ghetto.Dopo un altro periodo sereno trascorso con un branco di lupi la protagonista si riconcilia momentaneamente con gli uomini grazie all’incontro con Misha, capo di un gruppo di partigiani russi, dai quali viene accolta senza riserve,.Convinta di poter ritrovare i propri genitori in Belgio punta decisamente al ritorno in Patria e in questa fase del viaggio il clima è molto più sereno e disteso in quanto la guerra sta finendo  e i vari popoli riconquistano la libertà perduta durante l’occupazione tedesca.La stessa autrice si stupisce di essere sopravvissuta ai tanti pericoli che ha incontrato e forse ciò è stato possibile solamente grazie al forte desiderio di rivedere i suoi genitori, ad una grossa dose di fortuna e di volontà di vivere ed infine alla grande voglia di libertà che può essere apprezzata pienamente solo da chi ha perduto la propria.
Lì trascorse qualche settimana. Attraversata la [[Romania]], giunge in [[Jugoslavia]] dove si imbarca per tornare in patria dove un gruppo di ragazzi comandati da Sigui la ospitano nella loro casa, ribattezzata ”la casa dei ragni” per via della sporcizia e delle ragnatele; qui un ragazzo quindicenne tentò di violentarla, ma Sigui interviene: sono una banda di giovani che si sono uniti per sopravvivere alla [[seconda guerra mondiale|guerra]]. Un giorno l’amico intimo di Misha si [[suicidio|suicida]] [[impiccagione|impiccandosi]] per la [[disturbo depressivo|depressione]]: è un brutto colpo per tutti.
 
Quando arriva la polizia tutti vengono portati al commissariato per parlare con gli assistenti sociali. Lì Mishske incontra il nonno ma, non potendo andare con lui, viene affidata a due sorelle insegnanti. Ormai cresciuta, Misha va a lavorare in [[Africa]] come docente: lì tutti i ragazzi l'apprezzano per come racconta la sua storia.
*{{Cita libro
|autore= [[Misha Defonseca]]