Castello di Novara: differenze tra le versioni
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Non esistono dati certi sulla presenza di un castello a [[Novara]] in epoca tardo antica o alto medievale: non consentono di fare luce in proposito né le parole oscure e di difficile interpretazione di Ennodio relative a un ''castrum ''del vescovo Onorato<ref name=":0">Ennodio, ''Opera'', in «Monumenta Germaniae Historica», Auctorum Antiquissimorum, t. VII, Berlino 1885, p. 201 (CCLX, ''Versus de castello Honorati episcopi'')</ref>; né l'ipotizzata identificazione del luogo dove sorge l'attuale castello con la corte incastellata ''de Veratelino'', citata in un diploma di Ottone I del 969, e mai univocamente identificata<ref>Giancarlo Andenna, ''Andar per castelli. Da Novara tutto intorno'', Torino 1982, pp. 67-68</ref>.
Pochi secoli più tardi, nel [[1272]], [[Francesco Torriani]], allora [[signore di
Con i rapporti stretti da Novara con i [[Visconti]], si sviluppò un vero e proprio [[castello]]. La torre venne incorporata e ribattezzata La Mirabella.
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Di questo castello Visconteo oggi rimane in piedi solo la cosiddetta Rocchetta, all'angolo nord-ovest. Ancora si intravedono le [[merlatura|merlature]] viscontee ormai murate e i resti del portone, in passato protetto da un torrione quadrato chiamato forse "''La Torre del Monicione''".
Verso la metà del [[XVI secolo|'500]], l'amministrazione [[
Nonostante ormai fosse solo una [[caserma]], l'amministrazione spagnola del [[XVII secolo|Seicento]] continuò a considerare il castello un elemento essenzialmente difensivo. Con il tempo, tuttavia, la funzione difensiva passò in secondo piano e la manutenzione della fortificazione venne gradualmente allentata, fino ad arrivare alla trasformazione dei bastioni in luoghi di passeggio pubblico, sotto l'amministrazione [[Casa Savoia|sabauda]] del [[XVIII secolo|Settecento]].
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