Diktat: differenze tra le versioni

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Un '''diktat''' (dal [[lingua tedesca|tedesco]] diktat, ossia ''dettato''; da pronunciarsi {{IPA|/dik'ta:t/}}, ma spesso resa in italiano con {{IPA|/'diktat/}}<ref>La pronuncia [dìctat], seppur diffusa nel gergo giornalistico, è del tutto errata non soltanto con riferimento alla parola tedesca, ma anche e soprattutto per quanto concerne l'etimologia latina. ''Diktat'' (con la a lunga) deriva infatti dal participio passato latino ''dictātum'' e non da ''dĭctat'', indicativo presente del medesimo verbo ''dictāre''.</ref>) è sia una dura condizione non negoziabile imposta sulla parte soccombente in un confronto ([[trattato di pace]], [[armistizio]], [[Resa incondizionata|resa]], ecc.) sia un decreto o ordine autoritario indiscutibile emanato da un potere rappresentativo.
 
I ''diktat'' vengono imposti, storicamente, richiedendo soluzioni drastiche e imponendo ''[[aut-aut|aut aut]]''.
 
Il termine fu usato per la prima volta nel 1919 in un giornale francese a proposito del trattato di pace di Versailles imposto alla Germania sconfitta. È però entrato nell'uso giornalistico durante gli anni della [[guerra fredda]], dove si parlava di [[Politburo]] e ''diktat'' da [[Mosca (Russia)|Mosca]] per descrivere e connotare le imposizioni da parte dei [[Burocrazia|burocrati]] della ex-[[Unione Sovietica|URSS]] nei confronti dei [[Patto di Varsavia|paesi satelliti]], degli [[Stati Uniti d'America]] o dei paesi che ponevano in essere politiche e/o azioni reputate lesive delle politiche o azioni condotte dall'[[Unione Sovietica]].