Re fannulloni: differenze tra le versioni

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Lo storico Jacques Le Goff ha mostrato come, in realtà, la categoria storiografica del ''re inutile'' (la cui espressione stereotipata era "rex inutilis vel nil faciens") vada inquadrata in una più ampia strategia di autolegittimazione messa in atto, nel medioevo, dai re usurpatori. Tale espressione fu usata per la prima volta nei confronti di Luigi V di Francia, l'ultimo dei carolingi nella "Francia Occindentalis". Solo in seguito fu applicata retroattivamente all'ultimo dei merovingi e da ciò l'invenzione del tema dei ''re fannulloni''.
 
Tornando ai merovingi, fu una dinastia di re che morirono quasi tutti molto giovani (tra i venti ed i trent'anni), logorati da una precoce dissolutezza e divennero padri in età giovanile (sui quindici-diciotto anni). Come sovrani avevano un potere solo apparente e vivevano chiusi nelle loro ''villae'', circondati da un grande sfarzo. Normalmente questi re venivano mostrati al popolo franco nei grandi raduni del ''Campo di Marzo'' e poi si facevano rientrare nelle loro ''villae'', che solitamente erano nei tre regni di Austrasia, Neustria e Burgundia, da cui uscivano raramente su carri trainati da buoi.<br>

Il potere vero veniva esercitato dal Maggiordomo di Palazzo, che si trovava a capo di ognuno dei tre regni, nominando e deponendo i re secondo i propri interessi o capricci. I re non furono altro che fantasmi o burattini ed i loro nomi servirono soltanto a datare i documenti.
 
I primi re che furono considerati fannulloni furono i figli di Dagoberto I: Sigeberto III che già dal 634 affidò l'Austrasia al Maggiordomo, Pipino di Landen e dopo di lui al figlio Grimoaldo, mentre il fratellastro, Clodoveo II affidò la Neustria e la Burgundia al Maggiordomo, Ercinoaldo e così poi fecero anche tutti gli altri re che seguirono (ad eccezione di Chilperico II, che governò e combatté in prima persona):