Jacopo della Quercia: differenze tra le versioni
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Tentò una sintesi fra la scultura gotica di [[Giovanni Pisano]] e quella borgognona, in special modo di [[Claus Sluter]] da una parte, con la classicità dall'altra, assimilata attraverso le nuove scoperte del [[Rinascimento fiorentino]]: il suo maggiore interesse si rivolse alle figure, rese monumentali e percorse da una vitalità prorompente. La sua opera non trovò continuatori immediati. Fu stilisticamente un isolato, che venne capito successivamente solo da [[Michelangelo]]<ref name=Z>[[Stefano Zuffi]], ''Il Quattrocento'', p. 264.</ref>.
== Biografia ==
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