Dissalazione: differenze tra le versioni

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L'[[apparecchiature chimiche|apparecchiatura]] impiegata è chiamata '''dissalatore'''. Viene anche impropriamente chiamato ''distillatore d'acqua'', forse perché in tempi passati tutti i dissalatori erano di tipo [[evaporazione|evaporativo]] e quindi a profani ricordavano le [[colonna di distillazione|colonne di distillazione]]; in realtà il tipo di separazione non è, e non è mai stato, una forma di [[distillazione]].
 
Un problema di questi impianti, se alimentati ad acqua di mare, è la necessità normativa di ottenere un rigetto avente composizione uguale (entro limiti piuttosto stretti) a quella dell'acqua grezza introdotta; questo porta alla necessità di concentrare ulteriormente il rigetto stesso, fino ad arrivare a volte al secco [[zld|(impianti "scarico liquido zero")]], e ciò comporta notevoli complicazioni di impianto ed un notevole aggravio della spesa energetica unitaria.
 
L'acqua potabile non deve essere priva di sali: sia per questioni sanitarie, sia perché l'apporto di certi sali è consigliato (questa è però una pratica svolta in genere a valle del dissalatore stesso, per consentire l'aggiunta dei sali corretti) e perché un'acqua completamente deionizzata sarebbe del tutto insapore, non gradevole al palato. Si lascia quindi una piccola quantità di trascinamenti salini nell'acqua trattata, dell'ordine dei 25 [[Grammo|mg]]/[[Litro|l]].