Claudio Caligari: differenze tra le versioni

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==Biografia==
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''[[Amore tossico]]'' venne presentato, come opera prima, alla [[40ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia]] del [[1983]], aggiudicandosi il ''Premio speciale'' nella ''Sezione De Sica'', al ''Film Festival di Valencia'' dove ottenne il ''Premio Selezione Speciale'' ed al ''Festival di San Sebastian'' in cui, la protagonista femminile Michela Mioni, vinse il premio per la ''Migliore interpretazione femminile''. Il discreto successo riscosso dal film sembrava quasi presagire una svolta nella carriera di Caligari e invece, a causa di alcune peripezie produttive, ''[[Amore tossico]]'' venne distribuito nelle sale italiane solo un anno dopo la sua effettiva uscita e in un esiguo numero di copie.<ref>[http://web.tiscali.it/cinemamore/r200.html ''Amore tossico'', 1983]</ref>
 
====''L'odore della notte''====
Negli anni successivi, Caligari lavora ad una serie di sceneggiature per altrettanti film che, per una serie di circostanze, non riesce comunque a realizzare: "La ballata degli angeli assassini", "Dio non c'è alla Sanità" (la storia di un prete anti-camorra) e "Suicide special", una storia di scontro tra bande criminali, in una [[Roma]] notturna popolata di balordi, prostitute e travestiti.<ref name="bacchetta" />
{{citazione|Perdi due, tre anni su un’idea, non ci riesci a farla, prendi un’altra idea, ci stai due, tre anni, non riesci a realizzare nemmeno questa, e così via, ed è così che passano quindici anni.|''Claudio Caligari'' su [[Internazionale (rivista)|Internazionale]]<ref name="raimo"/>}}
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====''Non essere cattivo''====
A febbraio del [[2015]], Caligari inizia le riprese di ''[[Non essere cattivo]]'', film scritto a sei mani con [[Francesca Serafini]] e [[Giordano Meacci]] ed interpretato da [[Luca Marinelli]], [[Alessandro Borghi]], [[Silvia D’Amico]] e [[Roberta Mattei]].<ref>[http://www.comingsoon.it/news/?source=cinema&key=40432 ''Non essere cattivo di Claudio Caligari: iniziano le riprese'', 19 febbraio 2015] su [[Coming Soon]]</ref> Girato ad [[Ostia]], il film è un’ideale continuazione di ''[[Amore tossico]]'': una storia di amicizia e caduta negli inferi, nella periferia romana degli anni '90, tra rapine, droghe sintetiche e la vita quotidiana di un gruppo di giovani di borgata. ''[[Non essere cattivo]]'', le cui riprese sono durate sei settimane, è stato fortemente sostenuto e promosso da [[Valerio Mastrandrea]], amico del regista che, per l’occasione, si è messo in gioco in prima persona, svolgendo il ruolo di produttore delegato per garantire il ritorno sul set di Caligari. Prodotto da [[Kimerafilm]], [[Rai Cinema]] e [[Taodue]], il film è stato presentato fuori concorso alla [[72ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia]] dove ha ottenuto il ''Premio Pasinetti'' al ''Miglior film'' e al ''Migliore attore'' ([[Luca Marinelli]]), ricevendo anche un' ottimo successo di critica.<ref>[http://www.labiennale.org/it/cinema/72-mostra/film/sel-uff/fuori-concorso/non-essere-cattivo.html ''Non essere cattivo'', 8 settembre 2015] su Labiennale.org</ref> L'8 settembre [[2015]], il film è stato distribuito (da [[Good Films]]), nelle sale cinematografiche italiane, in circa 60 copie. Il 28 settembre viene designato come film rappresentante il cinema italiano alla selezione per gli [[premio Oscar|Oscar]] [[2016]], nella categoria per il miglior film in lingua straniera.<ref>[http://www.panorama.it/cinema/non-essere-cattivo-claudio-caligari/ ''Non essere cattivo, il film postumo di Claudio Caligari'', 7 settembre 2015] su [[Panorama (rivista)|Panorama]]</ref>
 
Malato da tempo, il 26 maggio [[2015]], a 67 anni, Caligari muore appena terminato il montaggio del suo ultimo film ''[[Non essere cattivo]]''. L'attore ed amico [[Valerio Mastandrea]] (già protagonista del secondo film del regista, ''[[L'odore della notte (film)|L'odore della notte]]'') gli ha dedicato un post, ricordando l'uomo e l'artista con cui ha lavorato fino all'ultimo.<ref>[http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/cinema/cinema-addio-regista-claudio-caligari/1376329.shtml ''La morte di Claudio Caligari''] su [[Il Messaggero]]</ref>
 
{{citazione|(Senza) parole. 'Muoio come uno stronzo. E ho fatto solo due film'. Se n'è uscito così, ad un semaforo rosso di viale dell'Oceano Atlantico circa un anno fa. Stavamo andando insieme a parlare con un amico oncologo in ospedale. La risposta ce l'avevo pronta ma l'ho lasciato godere di questa sua epica attitudine alle frasi epiche che accompagneranno per sempre tutti quelli che lo hanno conosciuto. Ho aspettato il verde in un altrettanto epico silenzio (sono molti anni che era stato operato alle corde vocali). Ripartendo ho detto 'c'è gente che ne ha fatti trenta ed è molto più stronza di te'. Il suono leggero della sua risata soffocata mi ha suggerito il suo darmi ragione, confermato dall'annuire ripetuto della sua testa grande. Di gente stronza Claudio se ne intendeva, ne ha conosciuta tanta, e tanta ne ha liquidata con quel metro di giudizio.
Stronzo è una parola che detta da lui aveva un altro significato. Più potente. Più profondo. Il nord 'di lago' da cui proveniva deve avergli dato una dimensione molto particolare nello scegliere le parole e nella forza con cui scagliarle. E le parole che gli mancavano da parecchio tempo è sempre riuscito a fartele sentire anche se arrivavano scariche di suono. La grandezza di un uomo così viene anche da questo. Dal poter fare a meno delle armi convenzionali che servono per vivere la vita e dal continuare a battagliare con ogni mezzo mosso solo dalla voglia di esserci e di fare della propria vita una vita. Il suo lavoro ne è l'esempio unico, assoluto. Non ha mai smesso di fare film Claudio. Ne ha girati tre ma ne ha scritti, fatti e visti almeno il triplo. Questo deve accadere ad un regista che vede sfumare i propri progetti per motivi enormi o a causa di persone piccolissime. Pensare, scrivere, vedere, riscrivere, ripensare, vedere ancora fino alla morte del progetto e, nonostante questo, continuare a vederlo finito, il proprio film.
Così ha fatto anche lui. Noi che abbiamo avuto il privilegio di lavorarci questo lo sappiamo bene. Ogni film non fatto da Claudio, Claudio lo ha fatto eccome. Come ha fatto il suo terzo e ultimo. Con l'amore e la cattiveria che la malattia gli imponeva. Con la dolcezza di chi riconosce la magia del cinema e delle persone che lo fanno. Con la stronza intelligenza di chi urlava il diritto al cinema da conoscere e da poter fare.
Con un winchester immaginario sotto l'impermeabile a ricordare che Ford e Sam Peckinpah erano lì con lui anche se stavamo all'idroscalo di Fiumicino anzi, soprattutto per quello. Era pieno di roba e di gente Claudio. Il suo Martino in un angolo della testa. PPP sempre a portata di citazione. I suoi 'ultimi' da raccontare, facendoli volare dal basso dei sondaggi sui quotidiani, all'alto del livello drammaturgico in un copione e poi sul set. Il suo cinema è stato e sarà sempre politico. Non ha mai smesso di esserlo neanche quando non veniva materialmente realizzato. Bastava parlarne. Guardarlo mentre sceglieva il ritmo del respiro giusto per pronunciare la frase epica di turno. Ha sempre conosciuto i film che ha fatto. Li ha mangiati, bevuti, e vomitati prima di farli diventare un film. È stato forse l'ultimo intellettuale vecchie maniere. Con la capacità di sporcare la propria anima e la propria intelligenza del nucleo essenziale di quello che si apprestava a raccontare.
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I funerali di Caligari si sono svolti a [[Roma]], il 28 maggio [[2015]], nella Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo.<ref>[http://www.romapost.it/cinema-oggi-i-funerali-del-regista-claudio-caligari/ ''Cinema, oggi i funerali del regista Claudio Caligari'', 28 maggio 2015] su Roma Post</ref>
 
=== La lettera a Martin Scorsese ===
Tra i numerosi interventi di [[Valerio Mastandrea]] a supporto di Caligari per la realizzazione del suo ultimo film ''[[Non essere cattivo]]'', il 3 ottobre [[2015|2014]], il quotidiano [[Il Messaggero]] ha pubblicato una sua lettera aperta indirizzata al regista [[Martin Scorsese]] (chiamato per l’occasione Martino, proprio come faceva Caligari), tesa a cercare di sollevare un piccolo polverone mediatico per supportare Caligari nell'intento di completare il suo ultimo film. Un appello a cui il regista americano non ha mai risposto ma che, in qualche modo, è riuscito ugualmente a raggiungere il suo obiettivo: