Tecnica: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Nowiki inseriti da dispositivo mobile Modifica visuale
Nessun oggetto della modifica
Riga 82:
L'aspetto totalizzante della tecnica va a costituire l'orizzonte ontologico entro cui qualsiasi azione, anche rivolta contro la tecnica, non può mai porsi comunque del tutto al di fuori di essa: «È all'interno di questo progetto produttivo-distruttivo che si realizza ogni preoccupazione mirante a non rendere disumana la civiltà della tecnica» <ref>''Op. cit.''p.256</ref>
 
===Giulio Portolan===
 
In [[Giulio Portolan]] si effettua un tentativo di risolvere definitivamente la “questione della tecnica”. Essa è arte ed estetica, perché è la proiezione, come ambiente, del paradiso in terra (per questo, dice Portolan, Severino può parlare di “paradiso della tecnica”): come l’uomo ascendendo in paradiso subisce un distacco dalle realtà terrene, questa proiezione dei cieli nella terra opera appunto un grande “sradicamento” dell’uomo dalla terra. Apparendo il paradiso in terra, l’uomo vi fa apparire anche l’inferno, e questo spiega la tecnofobia. Della tecnica sarebbe segno la croce cristiana (la T della “Tau” francescana), a simboleggiare che la condizione dei dannati, a cui Portolan assimila quella dell’uomo moderno, è una crocifissione operata nella tecnica (di cui sarebbero esempi gli strumenti, tecnici, della pena capitale). Va precisato che la filosofia di Portolan non è, come quelle di Heidegger e Severino, “metaforica”. In Portolan la tecnica è macchina, e di una macchina (un computer, che è lo stesso paradiso) si è servito Dio per creare il mondo. Per questo l’uomo non deve avere paura della tecnica.
In
<nowiki>[[Giulio Portolan]]</nowiki> si effettua un tentativo di risolvere definitivamente la “questione
della tecnica”. Essa è arte ed estetica, perché è la proiezione, come ambiente,
del paradiso in terra (per questo, dice Portolan, Severino può parlare di “paradiso
della tecnica”): come l’uomo ascendendo in paradiso subisce un distacco dalle
realtà terrene, questa proiezione dei cieli nella terra opera appunto un grande
“sradicamento” dell’uomo dalla terra. Apparendo il paradiso in terra, l’uomo vi
fa apparire anche l’inferno, e questo spiega la tecnofobia. Della tecnica
sarebbe segno la croce cristiana (la T della “Tau” francescana), a
simboleggiare che la condizione dei dannati, a cui Portolan assimila quella dell’uomo
moderno, è una crocifissione operata nella tecnica (di cui sarebbero esempi gli
strumenti, tecnici, della pena capitale). Va precisato che la filosofia di
Portolan non è, come quelle di Heidegger e Severino, “metaforica”. In Portolan
la tecnica è macchina, e di una macchina (un computer, che è lo stesso
paradiso) si è servito Dio per creare il mondo. Per questo l’uomo non deve
avere paura della tecnica.
 
===Il secondo Novecento===