Sacco di Brescia: differenze tra le versioni

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La città di [[Brescia]], presidiata dalle truppe veneziane, si era ribellata contro il controllo francese. [[Gaston de Foix-Nemours|Gaston de Foix]], nipote del re [[Luigi XII di Francia|Luigi XII]] ed arrivato da poco a comandare gli eserciti francesi in Italia, ordinò alla città di arrendersi, e quando questa rifiutò, la attaccò con circa 12.000 uomini. L'attacco francese ebbe luogo sotto una pioggia battente, in un campo di fango; Foix ordinò ai suoi uomini di togliersi le scarpe per una migliore trazione.<ref>Baumgartner, Louis XII, 220.</ref>
 
I difensori inflissero pesanti perdite ai francesi, i quali però riuscirono a prevalere, soffrendo 8.000 - 15.000 vittime.<ref>Baumgartner, Louis XII, 220; Norwich, History of Venice, 421. Baumgartner dà come stima minima 8.000, mentre Norwich dà 15.000.</ref> Il [[Provveditore (Repubblica di Venezia)|provveditore]] veneto [[Andrea Gritti]] venne fatto prigioniero. La fanteria di [[Guascogna]] e i [[lanzichenecchi]] provvederono a saccheggiare profondamente la città, massacrando migliaia di civili nel corso dei successivi cinque giorni. Tra i civili sopravvissuti al massacro ci fu il giovane [[Niccolò Fontana]] detto ''Tartaglia'', che divenne successivamente un famoso matematico. Egli, durante il massacro, riportò una ferita al palato che gli provocò una forte difficoltà ad articolare le parole, da cui il soprannome. A seguito di questo, la città di [[Bergamo]] pagò circa 60.000 ducati ai francesi per evitare un destino simile.
 
== Note ==