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'''Meina''' (''Mèina'' in [[lingua piemontese|piemontese]] e in [[lingua lombarda|lombardo]]) è un [[comune italiano]] di 2.517 abitanti della [[provincia di Novara]] in [[Piemonte]]. E' situato sulla sponda piemontese del Lago Maggiore alla foce del torrente [[Tiasca]].
 
== Storia ==
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Fu nei secoli residenza o luogo di villeggiatura di molte famiglie appartenenti alla nobiltà e all'alta borghesia lombarda e piemontese: per antichità di possessi si distinsero i nobili Luatti o ''Lovati'' (oggi estinti), accanto alle nobili famiglie [[Visconti]] di Massino e [[Sessa (famiglia)|Sessa]], residenti però a [[Lesa]]. Più recentemente, dall'Ottocento, elessero Meina a luogo di villeggiatura le nobili famiglie Caccia-Piatti, Fossati de Regibus, Bossi Fedrigotti, ma soprattutto [[Raffaele Faraggiana|Faraggiana]], che nella seconda metà del secolo edificarono un sontuoso palazzo con parco in stile neoclassico. Tra le famiglie borghesi invece si ricordano i Mondadori, proprietari dell'omonima villa, i novaresi Luoni e Galli, ma anche i Favini, milanesi, che commissionarono la costruzione di Villa Carlotta, oggi ''Hotel Paradiso''.
 
Nel corso dell'ottocento Meina diventa un rilevante centro industriale: potendo sfruttare le acque del Tiasca si insediarono tre importanti cartiere, tutte dotate di macchine a vapore continue. A queste si aggiunse prima, nel 1854, una filatura di seta e quindi, per iniziativa dell'imprenditore Emilio Foltzer, una grande fabbrica di oli lubrificanti e grassi per macchine. Nel territorio del comune si insediarono altre fabbriche di più modeste dimensioni e importanza.<ref>Si veda Carlo Manni, ''Vedute fotografiche Meinesi tra l'800 e il '900'', edizione Comune di Meina, 1985</ref>
 
Tra il 15 e il 23 settembre 1943, il paese di Meina fu teatro della strage di 16 ebrei italiani provenienti dalla Grecia, compiuta dalle [[Schutzstaffel|SS]] naziste nell'''Hotel Meina'' di proprietà di Alberto Behar, cittadino turco di origine ebraica.<ref>[http://www.resistenzanovarese.it/bacheche/meina.pdf 15-23 settembre 1943: la strage degli ebrei dell’Hotel Meina]</ref>
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* Officina di Ghevio. Nella frazione di Ghevio si trova l'interessante edificio che ospitava l'officina di un fabbro (fine del XIX secolo circa) ancora attiva fino alla fine degli anni novanta; è ancora possibile osservare la ruota ad acqua che serviva a mettere in moto il maglio usato nell'officina.
 
* Fabbrica Tosi. Nel [[secolo XIX]] Meina ospitava piccolediverse industrie (non a caso una via del paese è chiamata Via Fabbriche): una delle più importanti era la fabbrica per la torcitura del cotone, di proprietà della famiglia Tosi, in riva al torrente Tiasca tra Meina e [[Lesa|Solcio di Lesa]].
 
== Società ==
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* [[Enrico Cuccia]], banchiere.
* [[Carlo Avegno]] partigiano pluridecorato e medaglia d'oro al valor militare
 
== Film ==
Oltre al citato Hotel Meina, in realtà girato soprattutto a Baveno, a Meina, più precisamente proprio all'Hotel Meina furono girate nel 1932 alcune scene del film di [[Mario Camerini]], "Gli uomini che mascalzoni" con la sceneggiatura di [[Mario Soldati]]. Meina ha anche ospitato alcune riprese del film del regista [[Goffredo Alessandrini]] "Luciano Serra, Pilota" in cui [[Amedeo Nazzari]] prende il volo con l'idrovolante da villa Foltzer.<ref>Per qualche ulteriore informazione sui due film citati si rimanda a "[https://storialakeorta.wordpress.com/2010/08/17/immagini-cinematografiche-tra-lago-dorta-e-vergante/ Immagini Cinematografiche tra Lago d’Orta e Vergante]"</ref>
 
== Note ==