Bernardo Aiglerio: differenze tra le versioni

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Dal momento in cui assunse in pieno il suo ruolo di Abate, Bernardo si dedicò in modo particolare ad una fondamentale opera di riorganizzazione patrimoniale dell’intera [[Terra Sancti Benedicti]] attraverso le Inquisitiones, inchieste formali attuate al fine di operare una ricognizione di tutti i beni, i diritti, i servizi, i redditi di competenza dell’Abbazia e ad essa dovuti dalle Universitates o dai singoli abitanti di esse. L'intera [[Terra di San Benedetto]] era, infatti, reduce da un lungo periodo di incertezza. Dal [[1220]], con l’elezione a imperatore di [[Federico II di Svevia|Federico II]], il territorio posto sotto l'autorità bendettina aveva infatti subito i contraccolpi della centralizzazione di potere a cui mirava il nuovo sovrano che, tra l’altro, era anche in aperto conflitto con [[Papa Gregorio IX]] che non aveva indugiato a scomunicarlo il 24 marzo [[1239]]. Alla somunica era seguita l’immediata occupazione del Monastero da parte di truppe imperiali, i monaci erano stati espulsi e alcuni di loro erano stati obbligati a cedere la metà delle rendite del loro patrimonio.
 
Come più tardi scriverà lo stesso Bernardo:
 
''"Il Monastero era stato trasformato in una spelonca di ladroni, per ben ventisei anni, durante i quali il patrimonio dell’Abbazia era andato in completo sfacelo"''<ref>{{Cita libro|autore = Luigi Fabiani|titolo = La Terra di San Benedetto. Studio storico-giuridico sull’Abbazia di Montecassino|anno = 1968|editore = Badia Di Montecassino|città = Cassino|p = 137|pp = |ISBN = }}</ref>''.''
 
L’epoca di Bernardo I può dunque essere vista come un’epoca in cui l’attività feudale si ridesta con nuove e rinnovate energie, sotto la guida di un abate vigoroso e tenace, con la cui opera l’Abbazia riafferma e riorganizza una certa potenza prima dell’imminente fervido periodo della civiltà comunale<ref name=":0" />.