Il mulino del Po (film): differenze tra le versioni

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|tipocolore= B/N
|tipoaudio= sonoro
|genere = Drammatico
|regista= [[Alberto Lattuada]]
|aiutoregista= [[Carlo Lizzani]]
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'''''Il mulino del Po''''' è un film [[neorealista]] del 1949 diretto da [[Alberto Lattuada]] ed ispirato al terzo volume dell'omonimo romanzo di [[Riccardo Bacchelli]].
 
Nel [[1963]] venne realizzato uno [[sceneggiato televisivo]] diretto da [[Sandro Bolchi]] dallo stesso titolo, appunto ''[[Il mulino del Po (sceneggiato televisivo 1963)|Il mulino del Po]]'' che però si basava sul primo volume del romanzo.
 
==Trama==
[[Delta fluviale|Delta]] ferrarese del [[Po]]<ref>Mostra CIAK lungo il Po. Immagini del cinema in Polesine - 28 settembre - 6 ottobre 2013, Rovigo</ref>, fine '800. L'austerità ed il lavoro quotidiano di due famiglie locali, Scacerni e Verginesi, vengono interrotte in un giorno speciale: il fidanzamento dei rispettivi figli, Berta ed Orbino. La gioia del brindisi tra le famiglie è però guastata dall'arrivo dei finanzieri, giunti a verificare che gli Scacerni non abbiano di nuovo manomesso i contatori del loro mulino per non pagare il balzello: in tal caso, ci sarebbero l'arresto e la confisca.
 
Non va meglio alla famiglia di Orbino, i Verginesi, minacciati di essere cacciati dalle terre in cui lavorano da generazioni se non seguiranno gli ordini del padrone. La soluzione comune ai problemi dovrebbe venire dalla nascita della lega dei contadini, organizzazione [[socialista]] che sostiene il mondo agricolo contro le ingiustizie del governo e del padronato borghese; eppure, sarà proprio questo il pomo della discordia, in quanto all'adesione piena dei Verginesi si contrappone il rifiuto degli Scacerni ad ogni apertura verso la nuova lega ed i suoi princìpi.
 
Gli eventi precipitano ulteriormente quando, durante un'ispezione notturna della finanza, gli Scacerni stanno per essere sorpresi con il contagiri manomesso, il che significherebbe la loro rovina: fallito il tentativo di riattivare il congegno, Princivalle dà fuoco all'intero mulino così come ordinato dalla madre. Ciò non evita tuttavia l'arresto del giovane né gravi problemi economici alla famiglia, che impediscono a Berta di sposarsi.
 
Lo strappo tra le famiglie dei due fidanzati (i quali tuttavia continuano ad amarsi) si consuma del tutto dopo la prima riunione della lega quando, in solidarietà coi Verginesi sfrattati, viene sancito lo [[sciopero]] generale dei braccianti e con esso il più ferreo [[boicottaggio]] verso i "crumiri", come gli Scacerni, sempre al lavoro nel loro nuovo mulino. Il blocco totale della produzione e la morte di molti capi di bestiame, induce il padrone a chiedere l'intervento repressivo dei soldati che causa una drammatica rivolta popolare.
 
Durante la sommossa, la gente in preda all'esaltazione si accanisce contro Berta insultandola perché considerata crumira.
 
Vista la sorella in lacrime, Princivalle corre in paese per farsi giustizia ma, indotto da una calunnia a credere che proprio Orbino abbia disonorato Berta, lo uccide senza ritegno.
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{{Portale|Cinema}}
 
[[categoriaCategoria:filmFilm drammatici]]
[[categoriaCategoria:filmFilm basati su opere di narrativa]]
[[Categoria:Film diretti da Alberto Lattuada]]
[[Categoria:Film ambientati in Emilia-Romagna]]