Il ciclope (Euripide): differenze tra le versioni
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'''''Il ciclope''''' (in [[lingua greca antica|greco antico]] {{Polytonic|Κύκλωψ}} / ''Kýklops'') è un [[dramma satiresco]] del drammaturgo greco [[Euripide]]. È una [[parodia]] dell'episodio del [[Ciclope (mitologia)|ciclope]] [[Polifemo]], narrato nell'[[Odissea]] (libro IX). Non se ne conosce
== Trama ==
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=== Il dramma satiresco ===
{{Vedi anche|Dramma satiresco}}
Il dramma satiresco era un genere teatrale leggero e comico, in cui il [[coro greco|coro]] era formato da un gruppo di satiri, che venivano presentati nelle più disparate situazioni, spesso ricavate dal mito in chiave parodistica (nel ''Ciclope'' essi sono un gruppo di servitori di Polifemo). I satiri si comportavano da spacconi, ingordi, vigliacchi, finendo nei guai. Assai frequente era il tema della schiavitù dei satiri, che si concludeva solitamente con la loro liberazione. I drammi satireschi erano in genere rappresentati alla fine di una trilogia di tragedie, per risollevare
[[File:Odysseus Polyphemos Cdm Paris 190.jpg|thumb|Odisseo e i suoi compagni accecano Polifemo. Coppa a figure nere, [[565 a.C.|565]]-[[560 a.C.]]]]
=== La parodia ===
In linea con il tono parodistico tipico dei drammi satireschi, il ciclope presentato
Il ciclope di Euripide è invece più civilizzato, e pur vivendo ai margini della società non ha nulla di bestiale. Vuole che i satiri gli puliscano bene la grotta, e mentre le sue greggi pascolano nei campi, lui se ne va a caccia, non per procurarsi il cibo, ma solo per divertimento. Mangia carne umana, è vero, ma desidera che sia cotta a puntino. Insomma non rappresenta più la selvaggia bestialità del ciclope dell’''Odissea'', ma una sua forma più moderna e più cittadina, al punto che i satiri restano, in
== Note ==
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