Dinastia dei Severi: differenze tra le versioni

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{{Campagnebox Guerre Severi}}
La '''dinastia dei Severi''' che regnò sull'[[Impero romano]] tra la fine del [[II secolo|II]] e i primi decenni del [[III secolo]], dal [[193]] al [[235]], con una breve interruzione durante il regno di [[Macrino]] tra il [[217]] e il [[218]], ebbe in [[Settimio Severo]] il suo capostipite ed in [[Alessandro Severo]] il suo ultimo discendente.
La nuova dinastia, nata sulle ceneri di un lungo periodo di [[guerra civile romana (193-197)|guerre civili]], oltre a Settimio Severo e ai suoi figli, comprendeva anche i parenti della moglie di Settimio Severo, [[Giulia Domna]]. Questi ultimi presero anch’essianch'essi il nome di Severo, dal loro capostipite, al momento dell’ascesadell'ascesa al trono.
 
Nei ''nomina'' degli imperatori era, inoltre, presente un chiaro riferimento alla [[dinastia degli Antonini]]. Il motivo era quello di creare una forma di continuità ideale con la precedente dinastia, quasi non ci fosse stata alcuna interruzione, neppure con il predecessore [[Pertinace]]. Nella titolatura imperiale, infatti, compariva questa dicitura:
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[[Caracalla]] (ovvero Lucio Severo Bassiano, poi Marco Aurelio Severo Antonino) ed il fratello [[Geta]] (ovvero Lucio Severo Geta) erano figli di Settimio Severo. Il primo regnò dalla morte del padre, avvenuta nel [[211]] ad ''[[Eburacum]]'' lungo il fronte settentrionale della [[Britannia (provincia romana)|Britannia]], fino al [[217]] e condivise per un breve periodo con il fratello il regno, fino al [[211]], quando decise di commettere un fratricidio.
 
A Caracalla va il grande merito di aver reso ancor più monumentale la città di [[Roma (città antica)|Roma]], con le immense [[terme di Caracalla|terme a lui dedicate]], oltre ad aver rimosso tutte le distinzioni legali e politiche tra [[popoli italici|italici]] e [[province romane|provinciali]] con la celebre ''[[Constitutio Antoniniana]]'' del [[212]] che estese la [[cittadinanza romana]] a tutti gli abitanti liberi dell'[[impero romano]].L’edittoL'editto aveva come scopo quello di incrementare le entrate delle casse dell’imperodell'impero con l’imposizionel'imposizione di gravose tasse di successione ai neocittadini.
 
Avendo lo stesso accresciuto il suo potere oltre misura, in una forma di [[dominato (storia romana)|dispotismo]] assoluto, creò le premesse, come era successo in modo similare anche a Commodo venticinque anni prima, per il suo assassinio (217), a cui prese parte, quasi certamente, il [[prefetto del pretorio]], [[Macrino]], che non apparteneva all'[[Senato romano|ordine senatorio]] e che a lui successe per poco tempo (217-218), pur non appartenendo alla dinastia dei Severi.
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* {{Cita libro|autore=A.Liberati – E.Silverio|titolo=Organizzazione militare: esercito|editore=Museo della civiltà romana|città=Roma|anno=1988}}
* [[Santo Mazzarino]], ''L'Impero romano'', tre vol., Laterza, Roma-Bari, 1973 e 1976 (v. vol. II); II ediz. (due vol.): 1984 e successive rist. (v. vol. II)
* R.Rémondon, ''La crisi dell’imperodell'impero romano, da Marco Aurelio ad Anastasio'', Milano 1975.
* P.Southern, ''The Roman Empire: from Severus to Constantine'', Londra & New York 2001. ISBN 0-415-23944-3