Francesco Crispi (cacciatorpediniere): differenze tra le versioni
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Nel 1928 urtò lo [[scoglio]] della [[Secche della Meloria|Meloria]], rimanendo danneggiato<ref name="trentoincina">[http://www.trentoincina.it/dbunita2.php?short_name=Crispi Trentoincina<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Durante tale conflitto, essendo tra i cacciatorpediniere più anziani in servizio, fu impiegato nel più tranquillo [[Mar Egeo]] in funzione di scorta ai [[convoglio navale|convogli]] e di caccia antisommergibile<ref name="trentoincina"/><ref name="Ct classe Sella">[http://www.regiamarinaitaliana.it/Ct%20classe%20Sella.html Ct classe Sella<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Nel gennaio 1941 insieme al ''Sella'' partì per una prima missione come avvicinatore di barchini esplosivi per una missione contro [[Baia di Suda|Suda]], ma dovette rientrare perché informato della partenza delle navi dal [[porto]] [[Creta|cretese]]<ref name="Giorgerini">Giorgio Giorgerini, ''Attacco dal mare. Storia dei mezzi d’assalto della Marina italiana'', pp. 133-134</ref>.
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Il 25 febbraio, in seguito all’[[Operazione Abstention|occupazione britannica dell’isolotto di Castelrosso]], imbarcò a Rodi, insieme al ''Sella'' ed alle [[torpediniera|torpediniere]] ''[[Lupo (torpediniera)|Lupo]]'' e ''[[Lince (torpediniera)|Lince]]'', 240 uomini che sbarcò poi a [[Castelrosso (Egeo Meridionale)|Castelrosso]] (lo [[sbarco]] fu reso difficoltoso dal [[mare]] mosso, ma l’[[isola]] tornò in mano italiana)<ref>[http://www.naval-history.net/xDKWW2-4102-29FEB02.htm Massawa, Red Sea, February 1941<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Il 27 maggio dello stesso anno scortò insieme alle torpediniere ''Lince'', ''[[Libra (torpediniera)|Libra]]'' e ''[[Lira (torpediniera 1938)|Lira]]'' ed a due [[Motoscafo Armato Silurante|MAS]] il convoglio ([[piroscafo|piroscafi]] ''Giulio Orsini'' e ''Tarquinia'', [[vaporetto]] lagunare ''Giampaolo'', [[rimorchiatore|rimorchiatori]] ''Aguglia'' ed ''Impero'', navi frigorifere ''Assab'' ed ''Addis Abeba'', piroscafo fluviale ''Porto di Roma'', [[peschereccio|pescherecci]] ''S. Giorgio'', ''S. Antonio'', ''Plutone'' e ''Navigatore'', nave cisterna ''Nera'', cisterne portuali ''CG 89'' e ''CG 167'') che trasportava il [[contingente militare|contingente]] italiano inviato a [[Creta]] (2400 uomini del 9º [[Reggimento]] Fanteria, 50 marinai, 13 [[carro armato|carri armati]] leggeri, 350 [[mulo|muli]], 4 [[automezzo|automezzi]])<ref name="Cocchia">Aldo Cocchia, ''Convogli. Un marinaio in guerra 1940-1942'', pp. da 136 a 140</ref>. Alle 14 del 28 maggio lasciò il convoglio e [[bombardamento navale|bombardò]] con le proprie artiglierie il [[faro]] e la stazione di Capo Sidero (Creta), ricongiungendosi con il convoglio alle 15.45; dalle 16.45 alle 17.20 assisté lo sbarco nella [[baia]] di [[Sitia]] tenendosi pronto ad aprire il fuoco contro eventuali nuclei di resistenza, ma non ce ne fu bisogno<ref name="Cocchia"/>. Si avviò quindi sulla rotta di ritorno alle 17.20<ref name="Cocchia"/>.
Durante
Sempre nel corso del 1942 le 2 [[mitragliera|mitragliere]] da [[40/39 Mod. 1915|40/39 mm]] furono rimpiazzate da 4 da [[20/65 Mod. 1935|20/65 mm]]<ref name="Ct classe Sella"/>.
Subì lavori di modifica che videro l'aggiunta di mitragliere contraeree [[Bofors]] da [[40/56]] mm e [[Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche|Breda]] da [[37/54]] mm<ref name="Ct classe Sella"/>.
Fu recuperato ma, il 12 ottobre 1944, fu di nuovo colpito da aerei mentre si trovava al Pireo ed affondò nel [[porto]] [[Grecia|ellenico]]<ref name="trentoincina"/>.
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