Ferdinando Palasciano (nave ospedale): differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
clean up e orfanizzo redirect, replaced: Brema (città) → Brema |
m apostrofo tipografico |
||
Riga 56:
Tale gruppo di unità, costruite tra il 1896 ed il 1900, venne utilizzato principalmente sulle [[rotta navale|rotte]] [[Bremerhaven]]-[[Southampton]]-[[New York]] ed Amburgo-[[Yokohama]], e, in inverno, sulla rotta per l’[[Australia]]: con partenza da Bremerhaven e Southampton, le navi passavano il [[canale di Suez]] e facevano scalo ad [[Adelaide (Australia)|Adelaide]], [[Melbourne]] e [[Sydney]]<ref name="piccione"/>. [[File:König Albert, first class dining room.jpg|thumb|left|upright|La sala da pranzo di prima classe del ''König Albert''.]] Costruiti per la concorrenza alle compagnie inglesi, i piroscafi della classe Barbarossa erano le navi più grandi e veloci in servizio sulla linea dall’[[Europa]] all’Australia<ref name="piccione"/>. Dal 1903 tali navi (eccetto il ''Bremen'') furono utilizzate stagionalmente anche sulla rotta [[Genova]]-New York, sfruttando il crescente impulso dell’[[emigrazione italiana]]<ref name="piccione"/><ref>Nel 1904 partirono dall’Italia verso New York 118.058 emigranti, nel 1905 145.701. Il Norddeutscher Lloyd trasportò il 24 % di tali emigranti. Piccione, op. cit., pag. 53</ref>. Rispetto alle compagnie italiane (le cui navi erano peraltro di dimensioni inferiori), il Norddeutscher Lloyd offriva migliori alloggi per gli [[emigrante|emigranti]] e cabine più confortevoli per i passeggeri di classe<ref name="piccione"/>.
Il ''König Albert'', in particolare, lasciò Amburgo per il viaggio inaugurale, con attraversamento del canale di Suez ed arrivo a Yokohama, il 4 ottobre 1899 (altre fonti riferiscono il 24 giugno 1899<ref name="fp">[http://freepages.genealogy.rootsweb.ancestry.com/~rhio/K_Albert.htm SS Konig Albert]</ref>), e rimase su tale rotta per oltre tre anni<ref name="piccione"/><ref name="mmi"/>, effettuando otto [[viaggio|viaggi]]<ref name="fp"/>. Il 3 marzo 1903 il piroscafo venne trasferito alla rotta Brema-[[Cherbourg]]-New York, partendo per il primo ed unico<ref name="fp"/> viaggio su tale tratta il 14 marzo, ma già un mese dopo, il 16 aprile 1903 (per altre fonti dal 1905<ref name="mmi"/>), salpò da Genova per il primo viaggio sulla linea Genova-[[Napoli]]-New York<ref name="piccione"/><ref name="mmi"/><ref name="fp"/>. In un’occasione, nel novembre 1906, i passeggeri di classe protestarono per il sovraffollamento della nave di emigranti italiani<ref>[http://query.nytimes.com/mem/archive-free/pdf?res=F10B1EF73A5E12738DDDA80894D9415B868CF1D3 New York Times]</ref>.
=== La prima guerra mondiale e l’impiego come nave ospedale ===
Riga 62:
Nel 1914, con lo scoppio della [[prima guerra mondiale]], il ''König Albert'' si fece [[internamento militare|internare]] nel [[porto di Genova]], per evitare la cattura da parte di unità della [[Royal Navy]]<ref name="piccione"/><ref name="mmi"/>. [[File: SS König Albert luxury cabin.jpg|thumb|left|Una cabina di prima classe del piroscafo.]] Il 25 maggio 1915, in seguito all’entrata in guerra dell’[[Italia]], il piroscafo venne [[requisizione|requisito]] nel porto [[Liguria|ligure]] dal [[governo]] italiano, mantenendo tuttavia il proprio nome<ref name="piccione"/><ref name="mmi"/><ref name="fp"/><ref>secondo alcune fonti la nave sarebbe subito stata ribattezzata Ferdinando Palasciano e convertita in nave ospedale.</ref>. La nave venne iscritta con matricola 57 di registro provvisorio al [[Compartimento marittimo]] di Genova<ref name="gazzuff">[http://augusto.digitpa.gov.it/gazzette/index/download/id/1919110_PM Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia]</ref>.[[File:Pfo Konig Albert2.jpg|thumb|Un dipinto del ''König Albert'' del pittore statunitense John Henry Mohrmann.]]
Agli inizi del 1916,
Le navi ospedale italiane erano impiegate principalmente nel trasporto di [[Wounded in action|feriti]] e malati tra le truppe italiane dal [[Fronte italiano (prima guerra mondiale)|Norditalia]] (provenienti dal [[fronte dell'Isonzo]] e delle [[Alpi]]) negli ospedali
La ''König Albert'', una volta completata la trasformazione, venne subito inviata a [[Valona]] e [[Durazzo]], ove imbarcò un migliaio di feriti e malati<ref name="quatdic"/>. Il 29 (per altre fonti il 18) gennaio 1916 la nave, salpata in tarda [[sera]]ta dall’Albania<ref name="quatdic"/>, fu fermata nel [[canale d'Otranto]], al largo di [[San Giovanni di Medua]]<ref>[http://www.agenziabozzo.it/navi_da_guerra/c-navi%20da%20guerra/C-1335_Sommergibile_SMU-11_KuK_Austria_Ungheria_entrata_in_porto_cartolina_1915.htm Agenziabozzo]</ref>, dal [[U-Boot|sommergibile austroungarico]] ''U 11'' (si trattava in realtà del sommergibile tedesco ''UB 15'', [[camuffamento|camuffato]] da unità austroungarica perché non vi era ancora formale stato di guerra tra [[Germania]] ed Italia, e che sino al giugno 1916 ebbe equipaggio tedesco) per una regolare ispezione<ref name="naviospedale"/>. L’U-Boot intimò il fermo alla nave con due colpi di [[cannone]], poi si portò sottobordo, trasbordandovi un ufficiale ed un picchetto armato<ref name="quatdic"/>. [[File:RN Ferdinando Palasciano3.jpg|thumb|left|upright=1.4|La ''Ferdinando Palasciano'' dopo la conversione in nave ospedale.]] Il comandante della nave, capitano Bertolini, ed il direttore sanitario, colonnello medico Monaco, protestarono, spiegando la necessità di trasferire i feriti negli ospedali di terra per maggiori cure (in realtà il fermo per l’ispezione era tuttavia conforme alle leggi di guerra<ref name="naviospedale"/>), ma, in seguito alle loro proteste, furono trasferiti a bordo dell<nowiki>'</nowiki>''U 11''<ref name="quatdic"/>. Dopo aver imbarcato una scorta armata, la nave fu dirottata, a luci spente (al momento del fermo erano regolarmente accese, come prescritto per le navi ospedale<ref name="quatdic"/>), su [[Cattaro]], ove stazionò per tre giorni, venendo meticolosamente ispezionata dalle autorità austroungariche: durante tale visita non furono riscontrate irregolarità, ma venne trovato un [[soldato]] [[Boemia|boemo]] che aveva [[diserzione|disertato]] dall’[[Imperial regio Esercito austro-ungarico|esercito austroungarico]], e che fu fatto sbarcare e trattenuto<ref name="naviospedale"/>. La ''König Albert'' venne poi lasciata ripartire, dopo il rilascio del comandante Bertolino e del direttore medico Monaco, e riprese il proprio viaggio, trasportando gli infermi in [[Corsica]] ed a [[Marsiglia]] e successivamente tornando in [[Adriatico]] per nuove missioni<ref name="quatdic"/>.
Riga 90:
Tra i prodotti esposti vi erano le [[macchina da scrivere|macchine da scrivere]] [[Olivetti]], i [[feltro|feltri]] [[Borsalino]], il [[cioccolato]] [[Perugina]], le [[ceramica|ceramiche]] di [[Faenza]], i [[vetro di Murano|vetri di Murano]], le [[pistola|pistole]] [[Beretta]], gli [[occhiali]] [[Angelo Salmoiraghi|Salmoiraghi]], le automobili della [[FIAT]], i [[biscotto|biscotti]] della [[Lazzaroni]], il [[bitter (bevanda)|bitter]] [[Campari]], la seta artificiale della [[Snia Viscosa]] e le medicine della [[Carlo Erba (azienda)|Carlo Erba]]<ref name="larepubblica"/>. Anche la Regia Marina partecipò alla mostra, esponendo materiale tecnico prodotto dalla cantieristica navale italiana e tutta la [[cartografia]] dell’Ufficio Idrografico<ref name="anmitaranto"/><ref name="marinaiditalia"/>. La [[Lega Navale Italiana]] espose il [[busto (scultura)|busto]] di [[Cristoforo Colombo]] e due targhe, una delle quali riproduceva una parte del [[testamento]] del navigatore, mentre l’altra replicava una lettera di Colombo, inviata alla [[Repubblica di Genova]], contenente la frase «''… siendo io nascido a Genova ...''»<ref name="anmitaranto"/><ref name="marinaiditalia"/>. Vennero inoltre imbarcate 16 urne, forgiate dallo [[scultore]] [[Romano Romanelli]] utilizzando [[bronzo]] fuso di cannoni austroungarici e riempite con [[terra]] del [[Carso]], da consegnare alle comunità italiane in Sudamerica<ref name="larepubblica"/>. La nave imbarcò inoltre 500 opere d’arte, scelte da un comitato presieduto da Sartorio e comprensivo anche, tra gli altri, di [[Vincenzo Gemito]], [[Adolfo De Carolis]], [[Antonio Mancini]] e [[Francesco Paolo Michetti]]<ref name="larepubblica"/>. Lo stesso Sartorio incluse numerose proprie opere, molte delle quali eseguite al fronte, durante la prima guerra mondiale (e durante la traversata il pittore dipinse più di 200 [[paesaggio|paesaggi]])<ref name="larepubblica"/>. [[Gino Coppedè]] progettò una sala del libro italiano, ispirata ad una stanza di [[Firenze]] con vista sui colli fiesolani<ref name="larepubblica"/>. Il [[Regio Esercito]] creò una propria esposizione, mostrando gli sviluppi del [[primo dopoguerra]]<ref name="larepubblica"/>.
Terminato l’allestimento, dopo aver imbarcato i campioni di prodotti e circa 800 persone tra rappresentanti di industria, commercio ed artigianato italiani, nonché una missione del Regio Esercito, una della [[Regia Aeronautica]], un gruppo di [[gerarca|gerarchi]] della [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale]], Giulio Aristide Sartorio come direttore artistico e l’on. [[Giovanni Giuriati]] quale [[ambasciatore]] straordinario dell’Italia presso gli Stati sudamericani<ref name="larepubblica"/>, il 18 febbraio 1924 l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' salpò da [[La Spezia]], arrivando a [[Gibilterra]] il 22 febbraio<ref name="anmitaranto"/><ref name="marinaiditalia"/><ref name="larepubblica">[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/12/09/la-nave-italia-volo-in-sudamerica.html La Repubblica]</ref>. Lasciata Gibilterra, la nave fece rotta verso sudovest, toccando [[Las Palmas]] e [[Ilha do Sal#Località#Santa Maria|Santa Maria di Capo Verde]] prima di dirigere, senza ulteriori scali, per il Sudamerica<ref name="anmitaranto"/><ref name="marinaiditalia"/>. Grazie alla stagione favorevole, non furono incontrate condizioni meteomarine avverse in [[Oceano Atlantico|Atlantico]], mentre qualche problema derivò dal far adattare i passeggeri alle regole in vigore su
[[File:menu' Vera Cruz.JPG|thumb|Menu' della Cena di Gala in occasione della visita a Vera Cruz in Messico della R.N. "Italia".]]
[[File:menu' Baranquilla.JPG|thumb|Menu' della Cena di Gala in occasione della visita a Baranquilla in Colombia della R.N. "Italia".]]
Il 21 marzo l<nowiki>'</nowiki>''Italia'' raggiunse il continente americano, [[ormeggio|ormeggiandosi]] a [[Pernambuco]], dove si trattenne sino al 25 marzo<ref name="anmitaranto"/><ref name="marinaiditalia"/>. Subito furono avviate relazioni commerciali<ref name="anmitaranto"/><ref name="marinaiditalia"/>. Il piroscafo prese poi di nuovo il mare, costeggiando
La crociera ebbe un successo superiore alle aspettative:
Le fonti divergono
La storia operativa del piroscafo ebbe sostanzialmente termine con la conclusione della crociera in Sudamerica. Radiata nel gennaio 1925<ref name="mmi"/><ref name="naviospedale"/> e restituita alle Ferrovie dello Stato<ref name="anmitaranto"/><ref name="marinaiditalia"/>,
Nel 1999 fu inaugurata la mostra ''Aristide Sartorio 1924: la crociera della Regia nave Italia nell'America Latina'' a cura di Bruno Mantura e Maria Paola Maino presso l'Istituto Italo-Latino Americano di Roma, 9 dicembre 1999 - 5 febbraio 2000.
|