Commissariato del popolo per gli affari interni: differenze tra le versioni

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A rendere più significativa la spietata dottrina dell'amministrazione della politica interna sovietica nei confronti di coloro che venivano considerati "nemici dello stato" (o "nemici del popolo"), l'NKVD imprigionò milioni di persone nel Gulag, ed eseguì centinaia di migliaia di condanne a morte.
Dal punto di vista formale, la maggioranza di queste persone erano giudicate da ''[[Troika (triumvirato)|troike]]'' dell'NKVD (commissioni composte da 3 persone), una sorta di speciali corti marziali. Il livello probatorio era bassissimo; una soffiata da parte di un informatore anonimo era considerata un elemento sufficiente per l'arresto. L'uso di "mezzi fisici di persuasione" (ossia la tortura) venne autorizzato da un decreto speciale dello stato, che spalancò le porte a numerosi abusi, documentati nelle memorie delle vittime e degli stessi membri dell'NKVD. Centinaia di fosse comuni, risultato di queste operazioni, vennero in seguito ritrovate in tutto il paese. Esistono prove documentate riguardo a massicce esecuzioni sommarie da parte dell'NKVD, guidate da "piani segreti". Questi piani stabilivano il numero e le proporzioni delle vittime (ufficialmente "nemici del popolo") in una determinata regione (ad esempio la quota di membri del clero, ex nobili, etc. senza considerazione per la loro identità). Le famiglie di coloro che finivano nel mirino della repressione, compresi i bambini, <ref>[http://www.{{Senza fonte|erano anche loro automaticamente legati allo stesso destino, secondo l'ordine dell'NKVD nmemo.ru/history/document/00486.|Repressione ed esecuzioni = }}htm]</ref>
 
Le purghe erano organizzate in un certo numero di "ondate", secondo le decisioni del [[Politburo]] del [[Partito Comunista dell'Unione Sovietica|Partito Comunista]] (ad esempio, le campagne contro gli ingegneri, detto caso Shakhty, il partito e gli alti comandi militari, detti complotti fascisti, e gli staff medici, detto il [[Complotto dei Medici]]). Continue e distinte campagne di repressione furono condotte nei confronti delle popolazioni non russe (comprese estoni, lettoni, ucraini, polacchi, tatari, tedeschi e molti altri, che vennero accusate di "nazionalismo borghese", "fascismo" e così via) e attivisti religiosi.