Il contratto sociale: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullate le modifiche di 93.61.75.234 (discussione), riportata alla versione precedente di AlessioBot
Riga 26:
Ecco che per Rousseau, con il secondo Contratto sociale (quello vero e proprio, che dà il titolo all'opera), gli uomini trovano una legittimazione giuridica delle [[Proprietà (diritto)|proprietà]], sostituendo alla forza il [[diritto]], e producendo così lo [[Stato]] e la [[società civile]], entrambi costituiti esclusivamente dai Cittadini.
 
== Il ''Contratto sociale.'' ==
{{quote|Trovare una forma di associazione che difenda e protegga, mediante tutta la forza comune, la persona e i beni di ciascun associato e per mezzo della quale ognuno, unendosi a tutti, non obbedisca tuttavia che a se stesso e rimanga libero come prima.|Libro I, cap.6 "Il patto sociale", ''Contratto Sociale''}}
 
Riga 33:
=== Cittadino ===
Questo provoca uno "sdoppiamento" del Cittadino: esso è al contempo [[Sovrano]], poiché la [[Sovranità]] appartiene al popolo, di cui fa parte, e [[Soggetto di diritto|Soggetto]], nel momento in cui egli decide di sottostare alle Leggi che egli stesso ha contribuito a formare.<br />
Questo sdoppiamento viene spiegato da Rousseau con il termine francese cuiett''sujet'' (soggetto), che può essere inteso sia nella sua accezione attiva (soggetto che fa le Leggi) che nella sua accezione passiva (soggetto alle Leggi). Le due accezioni sono in un rapporto circolare, poiché è il fatto di essere sottoposti alle leggi che conferisce i diritti politici.
 
=== Sovranità ===
Riga 42:
La Sovranità è "infallibile": essa non può sbagliare in quanto il sovrano, per il solo fatto di esistere, è sempre ciò che deve essere. Si tratta del postulato "democratico": il corpo del popolo vuole sempre e comunque il bene di tutti e di ciascuno.
 
=== Volontà generale '''.''' ===
La volontà generale è uno dei concetti più trattati nel Contratto Sociale.VCDJGBVHKFEASDGVRFCVSDFCVWCFASEDRGFVSEFCGVEASRDCVESDREFCSEDFCSACERGFCVERDFCVEDSCVDFCVEGVDSF<br />
Questa volontà '''non è''' da confondere con '''la volontà della maggioranza'''. Con Volontà generale Rousseau intende '''la somma delle volontà particolari''' (dei singoli membri di un'assemblea) '''in quanto volte al bene comune'''. Ad esempio in una riunione si "frullano"('''MELA,PERA,BANANA)''' le varie volontà particolari per giungere ad una volontà superiore, volta al bene comune. A questa volontà generale si arriva appunto attraverso una fase di discussione, durante la quale devono emergere le opinioni personali e non quelle di un gruppo o partito politico, in quanto i membri del partito voterebbero secondo le direttive di questo e non secondo la propria coscienza (quindi non spontaneamente, cosa che Rousseau ritiene fondamentale e di cui ha fatto un caposaldo della sua filosofia).<br />
 
VCREGVSDF
 
GVDGBV
 
TRH
 
BGTY
 
H LA VERGINE CUCCIA
 
GV
 
DF
 
GV
 
ER
 
GF
 
V
 
SDVGEWRAGVFSDVFEDERCERGER GVERTFGVERQFEWYUF
 
<br />
Questa volontà '''non è''' da confondere con '''la volontà della maggioranza'''. Con Volontà generale Rousseau intende '''la somma delle volontà particolari''' (dei singoli membri di un'assemblea) '''in quanto volte al bene comune'''. Ad esempio in una riunione si "frullano"('''MELA,PERA,BANANA)''' le varie volontà particolari per giungere ad una volontà superiore, volta al bene comune. A questa volontà generale si arriva appunto attraverso una fase di discussione, durante la quale devono emergere le opinioni personali e non quelle di un gruppo o partito politico, in quanto i membri del partito voterebbero secondo le direttive di questo e non secondo la propria coscienza (quindi non spontaneamente, cosa che Rousseau ritiene fondamentale e di cui ha fatto un caposaldo della sua filosofia).<br />
Chiunque non sia d'accordo, alla fine della fase di discussione, con la volontà generale, è anzitutto una minaccia per la sopravvivenza stessa della comunità, in quanto '''non comprende''' che la volontà generale è a beneficio anche suo. Perciò va '''corretto''' e riportato in seno all'assemblea (NB. L'assemblea funziona solo se è composta da un gruppo ristretto di persone, il che potrebbe facilitare una deriva elitarista o oligarchica di quella che Rousseau chiamava "'''democrazia pura'''", applicata già nell'antica Grecia. Una delle degenerazioni più possibili del concetto di volontà generale è entrata nella Storia della Rivoluzione Francese nella figura di Maximilien Robespierre, il quale riteneva di sapere quale fosse la volontà generale della comunità e quindi di conoscere cosa fosse bene per i cittadini, cosa che, con Robespierre e coi giacobini, degenera nel periodo del Terrore (il quale è una sorta di '''applicazione pratica''', portata all'estremo, della correzione di coloro che non "comprendevano" la volontà generale voluta dal regime giacobino).