Candela di accensione: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m apostrofo tipografico
Riga 94:
In funzione del suo grado termico, una candela si dice "calda" se ha bassa attitudine a disperdere calore, ed è idonea per motori di bassa potenza. Si dice, invece, "fredda" se ha buona attitudine a disperdere calore ed è idonea per motori di elevata potenza.
 
La giusta capacità di dissipazione del calore è molto importante perché con una candela troppo calda (un basso numero su scala NGK) il surriscaldamento derivante porterebbe a un decadimento delle prestazioni, fino ad arrivare a fenomeni di [[grippaggio]] o di [[autoaccensione]] in grado di danneggiare il cielo del pistone. Si tende ad avere inoltre un marcato ''effetto [[dieseling]]''.
 
{| class="wikitable" style="width:20%; align:right; float:right; text-align:center"
Riga 116:
|1001||101||
|}
Viceversa, candele con temperature troppo basse (un alto numero sulla scala NGK) comporterebbero un più difficile avviamento a motore freddo e formazioni di depositi sugli elettrodi, suscettibilicapaci di creareisolare unelettricamente pontei edue poli impedireimpedendo la scintilla.
 
Il grado termico è identificabile dal valore numerico del codice riportato sulla candela. I costruttori per definire la capacità dissipante usano scale differenti che, generalmente, all'aumentare del valore, indicano il maggior potere dissipante della candela: quindi, ad esempio su scala NGK, un valore basso indica una candela "calda", mentre un valore alto indica una candela "fredda".
 
La prima indicazione tecnica per individuare il grado termico delle candele è stata "Scala Bosch", messa a punto da [[Robert Bosch]] nel [[1924]], che da quell'anno ha caratterizzato la produzione dell'azienda tedesca.