Ruggieri degli Ubaldini: differenze tra le versioni

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|arcelevato = 8 agosto [[1278]]
|ruoliricoperti = [[Arcidiocesi di Pisa|Arcivescovo di Pisa]]<br />[[Primate (ecclesiastico)|Primate di Sardegna e Corsica]]
|deceduto = 15 settembre [[1295]]
}}
{{citazione|Tu dèi saper ch'io fui conte Ugolino,<br />e questi è l'arcivescovo Ruggieri:<br />or ti dirò perch'i' son tal vicino.|[[Inferno - Canto trentatreesimo|Inferno XXXIII]], vv. 13-15}}
{{Bio
|Nome -= DanteRuggieri degli
|Cognome = GertrudeUbaldini
|Sesso = M
|LuogoNascita = Mugello
', Milano-Roma, Bestetti e Tumminelli, 1921, pag. 288.</ref>
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita =
|NoteNascita = <ref>Antonio Munoz, ''Roma di Dante'', Milano-Roma, Bestetti e Tumminelli, 1921, pag. 288.</ref>
|LuogoMorte = Viterbo
|GiornoMeseMorte = 15 settembre
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==Biografia==
Nacque nella potente famiglia mugellana dei conti della Pila, figlio di Ubaldino e nipote del [[cardinale]] [[Ottaviano degli Ubaldini]], suo zio. Iniziò la carriera ecclesiastica presso la [[Arcidiocesi di Bologna|curia arcivescovile di Bologna]], poi nel [[1271]] fu chiamato dai [[ghibellini]] [[ravenna]]ti come [[Arcidiocesi di Ravenna-Cervia|arcivescovo]], accanto ad un altro prelato nominato dai [[guelfi]]. I contrasti tra i due però convinsero il [[Papa]] ad escludere entrambi. Nel [[1278]] divenne [[arcivescovo di Pisa]], città allora retta dai Guelfiguelfi [[Ugolino della Gherardesca]] e [[Nino Visconti]].
 
Ruggieri si insediò proprio quando iniziavano i conflitti tra i due e inizialmente cercò di favorire i Ghibellinighibellini, anche se presto, fingendosi amico di Nino, li mise l'uno contro l'altro riuscendo a sbarazzarsi di entrambi. Guidò la rivolta che portò alla deposizione del conte Ugolino insieme con le famiglie dei [[Gualandi]], dei [[Sismondi]] e dei [[Lanfranchi]]. Secondo la versione di un cronista contemporaneo, che [[Dante Alighieri|Dante]] segue, egli avrebbe fatto prigioniero Ugolino con il tradimento: certo è che lo fece imprigionare nella [[Torre della Muda]] insieme a due figli e due nipoti, nella quale essi morirono.
 
Probabilmente per questo motivo, o per il tradimento del Visconti, Dante lo collocò tra i traditori politici del suo [[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]. Anche [[papa Niccolò IV]] lo rimproverò aspramente e gli inviò una condanna per la sua condotta spietata contro Ugolino e i guelfi, ma il sopraggiungere della morte del pontefice impedì una qualsiasi ritorsione su di lui.