Papa Gregorio III: differenze tra le versioni

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Sentendosi abbandonato e in pericolo, nel [[739]] Gregorio fece una mossa che, sebbene non sortì alcun risultato immediato, avrebbe indirizzato gli avvenimenti della storia d'Europa per i secoli successivi: si rivolse a [[Carlo Martello]], “[[maggiordomo di palazzo]]”<ref>I “Maggiordomi di palazzo” erano i veri detentori del potere regio durante l'ultimo periodo del regno [[Merovingi]]o.</ref> del regno [[Franchi|franco]] di [[Austrasia]] e [[Neustria]], chiedendo esplicitamente aiuto militare contro i [[Longobardi]]. [[Carlo Martello|Carlo]] accolse cordialmente i messi pontifici, accettò i doni ma non pensò minimamente di intervenire, sia perché era personalmente imparentato con la casa regnante [[longobarda]], sia perché la presenza longobarda in Italia costituiva una sorta di “cuscinetto” tra i regni franchi e l'impero bizantino, la cui eccessiva vicinanza si sarebbe potuta rivelare pericolosa, e sia anche perché al momento era impegnato nella guerra contro gli [[Arabi]] che dalla [[Spagna]] erano penetrati in [[Francia]]<ref>C. Rendina, op. cit., p 218 – P. Brezzi, op. cit., p. 167.</ref>. Un secondo analogo tentativo, nel [[741]], mise in evidenza lo stato di disperazione del papa che, in cambio dell'aiuto militare, offriva a [[Carlo Martello]] addirittura il titolo di “''consul''” della città di Roma (cioè, in pratica, pensava di offrirgli la responsabilità della giurisdizione militare di Roma): era evidentemente un grosso errore politico, in quanto la città era pur sempre, anche se nominalmente, sotto la giurisdizione imperiale. Per [[Carlo Martello|Carlo]] avrebbe significato la guerra anche contro [[Costantinopoli]], oltre che contro i [[Longobardi]], e ovviamente rifiutò<ref>C. Rendina, ibidem.</ref>.
 
Contemporaneamente all'attività politica, le iniziative di Gregorio furono volte alla prosecuzione dell'impegno del [[Papa Gregorio II|predecessore]] nell'evangelizzazione dell'[[Europa settentrionale]], che [[Papa Gregorio II|Gregorio II]] aveva affidato al monaco anglosassone [[Bonifacio (vescovo di Magonza)|Wynfrith]] (ribattezzato Bonifacio), il quale, ottenuto il [[pallio (cattolicesimo)|pallio vescovile]] e appoggiato pienamente nella sua missione da [[Carlo Martello]], nel [[738]] aveva ormai pieni poteri di vicario della Chiesa di Roma nella [[Baviera]] ormai completamente cristianizzata. Ma non trascurò la Chiesa anglosassone, concedendo il [[pallio (cattolicesimo)|pallio]] anche ad Ecgbert, [[arcivescovo di York]], e Tatwin, [[arcivescovo di Canterbury]]. Per la loro importante opera missionaria ottennero il [[pallio (cattolicesimo)|pallio]] anche [[Villibaldo di Eichstätt|Willibald]] in [[Boemia]], e [[Beda il Venerabile|Beda]] in [[Inghilterra]]. Per contrastare le ultime resistenze di paganesimo nel [[Europa Settentrionale|nord-Europa]] spostò la festa di [[Ognissanti]] dal [[13 maggio]] al [[1º novembre]] allo scopo di sovrapporla alla festa [[Celti|celtica]] di [[Samhain]] ([[Halloween]]).
 
Gregorio vietò ai cristiani la consumazione di [[Equus caballus#Carne|carne di cavallo]], definita in una lettera scritta a [[Bonifacio (vescovo di Magonza)|Wynfrith-Bonifacio]] nel [[732]], in risposta a vari quesiti del missionario sull'evangelizzazione dei popoli del [[Europa Settentrionale|nord-Europa]], un cibo "immundum et execrabile"; chi l'avesse mangiata avrebbe dovuto fare [[Penitenza (sacramento)|penitenza]], dato che la consumazione di [[Equus caballus#Carne|carne equina]] aveva connotazioni legate con il [[paganesimo]]<ref>Cfr. "[http://medio-evo.blitzquotidiano.it/articolo/carne-di-cavallo-tabu-alimentare-mai-italia-35/ Carne di cavallo, un tabù alimentare che non ha mai funzionato in Italia]"</ref>.
 
Gregorio III morì il 28 novembre [[741]], prima di conoscere la seconda risposta negativa di [[Carlo Martello]] alla sua richiesta d'aiuto, e fu sepolto in [[Basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro]].