Giuseppe De Santis: differenze tra le versioni

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==Attività professionale==
Dopo alcune collaborazioni con registi di grido come [[Luchino Visconti]] (in ''[[Ossessione (film 1943)|Ossessione]]'', di cui firmò anche la sceneggiatura) e [[Roberto Rossellini]] (in ''[[Desiderio (film 1946)|Desiderio]]''), nel [[1948]] realizza il primo lungometraggio, ''[[Caccia tragica]]'', che per i temi trattati (la lotta fra i contadini di una cooperativa e un gruppo di agrari), il ritmo di dramma popolare, non immune peraltro da esigenze narrative "americane" (scene movimentate e drammatiche, erotismo, etc.), inaugura la stagione del [[neorealismo (cinema)|neorealismo]], alla quale De Santis contribuisce attraverso un'analisi rigorosa delle forze sociali, una presa diretta della realtà umana e sociale (spesso i suoi attori sono presi dalla gente del luogo), ma in particolare superando i modi didascalici della cinematografia sovietica e l'ideologismo della letteratura nazional-popolare con un uso originale della [[macchina da presa]], che riproduceva cadenze e ritmi narrativi e visivi propri della cinematografia americana.
 
Prima del [[1943]], e quindi prima della realizzazione del film ''[[Ossessione (film 1943)|Ossessione]]'', [[Luchino Visconti]], con [[Gianni Puccini]], Giuseppe De Santis e [[Mario Alicata]], aveva tentato di varare un film tratto da un racconto di [[Giovanni Verga|Verga]] imperniato sulla vicenda di un contadino che alla fine del secolo scorso diventa bandito ''L'amante di Gramigna''. Ma purtroppo, a sceneggiatura ultimata, il [[Ministero della Cultura Popolare]] nella persona di [[Alessandro Pavolini]] non gli diede il permesso di farlo, anzi Pavolini di suo pugno scrisse sulla copertina della sceneggiatura: "Basta con i banditi!".