Leucippo: differenze tra le versioni
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== Pensiero ==
La fonte più attendibile su Leucippo resta la più vicina nel tempo, quella di Aristotele, che dista dalla morte di Leucippo non più di un centinaio d'anni, ed è su lui che ci si deve soffermare per aver giudizi presumibilmente abbastanza corretti a dispetto della sua posizione in buona sostanza anti-atomista e da cui, in quanto determinista, prende le distanze già nelle prime pagine della ''Fisica'':
{{Citazione| Vi sono alcuni, al contrario, che considerano il caso come causa di questo cielo e di tutti i mondi: ché dal caso deriverebbero il vortice e il movimento che separa e dispone il tutto secondo quest'ordine<ref>Aristotele, ''Fisica'', UTET 1999, pag. 37</ref>}}
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{{Citazione| Ora non è questo che si deve mostrare, ossia che l'aria è qualcosa, ma che non vi è un intervallo diverso dai corpi, né come separabile né come esistente in atto, il quale separi ogni corpo così da non essere continuo, come affermano Democrito, Leucippo e molti altri tra i fisiologi, o anche se sia alcunché d'esterno a ogni corpo continuo. Ebbene, costoro [i seguaci di Anassagora] non giungono neppure alle porte rispetto al problema, ma piuttosto coloro che sostengono che [il vuoto] esiste<ref>Aristotele, ''Fisica'', cit., pag. 225</ref>}}
Aristotele riconosce che il vuoto esiste e con ciò aderisce, almeno su questo punto, all'ontologia atomistica, ma mostra anche di associare Democrito e Leucippo senza preoccuparsi di una possibile successione temporale tra i due. Ciò significa
{{Citazione| Leucippo, invece, e il suo compagno Democrito affermano che sono elementi il pieno e il vuoto, [considerando l'uno come essere, l'altro come non-essere], identificando il pieno e il solido con l'essere, il vuoto col non-essere (perciò essi sostengono anche che l'essere non esiste affatto più del non-essere, giacché il vuoto è reale come il corpo), e secondo loro queste sono le cause della realtà, e cause in senso materiale<ref>Aristotele, ''Metafisica'', Laterza 1973, pag.19</ref>}}
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