Crociata albigese: differenze tra le versioni

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La situazione mutò nuovamente a seguito della disponibilità all'intervento nella crociata, data, nel [[1223]], dal nuovo re di Francia, [[Luigi VIII di Francia|Luigi VIII]], e che, dopo i grandi concili di [[Parigi]] e di [[Bourges]], ottenne la [[scomunica]] del nuovo conte, [[Raimondo VII di Tolosa|Raimondo VII]], figlio di Raimondo VI, e lanciò la crociata nel [[1226]], radunando l'esercito a [[Lione]], si diresse a Tolosa passando da [[Avignone]] (assediata e conquistata), [[Béziers]] e [[Carcassonne]] e le aree prima perdute vennero riconquistate e tutta la regione fu ai suoi piedi. In ottobre a [[Pamiers]], Luigi VIII dichiarò che tutte le terre conquistate agli eretici appartenevano di diritto alla corona di Francia e organizzò la Linguadoca come un dominio della Francia.
[[File:Montségur Monolit.jpg|left|thumb|Monumento in memoria dei duecento catari bruciati durante l'assedio di [[Castello di Montségur|Montségur]] (16 marzo [[1244]])]]
A trarne però i frutti fu [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]], succeduto al padre, morto prematuramente, nel [[1226]]; Luigi VIII morì infatti nel novembre di quell'anno ed i suoi sforzi contro gli albigesi vennero proseguiti dal successivo sovrano, il figlio [[Luigi IX di Francia|Luigi IX il Santo]], che difese gli interessi della Francia nella contesa con la chiesa ed il conte di Tolosa. Nel [[1228]] vi fu l'ennesimo assedio di Tolosa, che si concluse con la presa della città e la distruzione delle sue fortificazioni. Nel [[1229]] i principali antagonisti giunsero ad un compromesso. La contea di Tolosa ed il marchesato di Provenza, privata dei territori del ducato di [[Narbona]] e della viscontea di [[NimesNîmes]], rimasero al conte Raimondo VII, però vassallo della Francia, con l'impegno di maritare la sua unica erede, [[Giovanna di Tolosa|Giovanna]] al fratello del re Luigi IX, [[Alfonso III di Poitiers|Alfonso]]<ref>Il matrimonio tra [[Giovanna di Tolosa|Giovanna]] e [[Alfonso III di Poitiers|Alfonso]] fu celebrato, nel [[1241]].</ref>.
 
Raimondo VII rimase neutrale quando Raimondo Trencavel, figlio del defunto visconte di Béziers e Carcassonne Raimondo Ruggero Trencavel, rifugiato in Aragona e scomunicato dal [[1227]], passati i Pirenei con una banda di Catalani, cercò di sollevare la Linguadoca contro il re di Francia, occupò Carcassonne, ma non conquistò la cittadella, che resistette ai suoi attacchi dal 17 settembre al 10 ottobre [[1240]], per poi fuggire alla notizia dell'arrivo dell'esercito reale. La reazione contro gli insorti anche cattolici fu molto dura. Quando invece, il 12 maggio [[1242]], Il [[re d'Inghilterra]] [[Enrico III d'Inghilterra|Enrico III]] sbarcò a [[Royan]], Raimondo VII si affrettò ad occupare Narbona e Bèziers, ma dopo la ritirata di Enrico III da Saintes, i rivoltosi si demoralizzarono: il conte di Foix abbandonò la coalizione antifrancese e Raimondo, minacciato di scomunica, supplicò il re Luigi IX che gli concesse il perdono in cambio della promessa di combattere l'eresia e attenersi al trattato di Parigi del [[1229]]. I nobili della provincia erano ridotti in miseria e di conseguenza il catarismo che da loro traeva risorse a poco a poco si spense. Ai baroni del Sud e ai càtari rimanevano due fortezze: l'imprendibile [[Castello di Montségur|Montségur]] e [[Queribus]]. Successive operazioni portarono nelle mani regie la prima nel [[1244]] e la seconda nell'agosto del [[1255]], ponendo fine al catarismo e all'indipendenza dei baroni meridionali.