Censura nella musica in Italia: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica |
→Periodo fascista: Wikifico. Elimino uso congiunto di virgolette e corsivo. |
||
Riga 11:
=== Periodo fascista ===
Nel 1926 l'Ufficio di Censura ordina di modificare alcuni versi de ''[[La canzone del Piave|La leggenda del Piave]]'' che sono ritenuti inaccettabili per il buon nome della nuova ''Patria fascista''. Vengono eliminate espressioni come "
Nel 1928 l'[[EIAR]] riduce notevolmente la messa in onda di musica straniera in generale ed americana in particolare. Sul giornale
{{Citazione|È nefando e ingiurioso per la tradizione e per la stirpe riporre in soffitta violini e mandolini per dare fiato a sassofoni e percuotere timpani secondo barbare melodie che vivono soltanto per le effemeridi della moda. È stupido, ridicolo e antifascista andare in sollucchero per le danze ombellicali di una mulatta o accorrere come babbei ad ogni americanata che ci venga da oltreoceano. Nel 1929 Il Comando Generale dei [[Carabinieri]] emana una serie di circolari riservate, contenenti l'elenco dei canzoni contrarie all'ordine nazionale o, comunque, lesivi dell'autorità costituita. Sono compresi alcuni inni nazionali (tra cui
Nel 1935 la prima versione di
Nel 1936 viene diffusa una circolare del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] che impone alla stampa di tradurre in italiano tutti i termini stranieri contenuti nelle canzoni, compresi i nomi degli artisti. [[Louis Armstrong]] diverrà, così,
Nel 1937 si assiste a un improvviso allentamento delle restrizioni nei confronti della musica americana. Già il 3 novembre del [[1936]] (alle ore 17.30, ovvero nell'epocale "
Nel 1938 la musica [[jazz]] viene nuovamente bollata come "musica negroide" e scompare del tutto dai programmi EIAR. Al contempo comincia il periodo delle cosiddette "canzoni della fronda", ovvero quelle canzoni che per ambiguità del testo si prestano ad essere reinterpretate in chiave satirica. quelle che sotto testi apparentemente "nonsense" contengono, o le autorità credono contengano, ironiche e velate corbellature al regime.
Nel 1939 altra (presunta) "canzone della fronda" è il motivetto ''[[Maramao perché sei morto?]]'', interpretata dal [[Trio Lescano]] con testo di [[Mario Panzeri]]. Il brano, uscito poco dopo la morte di [[Costanzo Ciano]], viene interpretato come uno sberleffo nei confronti del gerarca defunto. Alcuni studenti [[Livorno|livornesi]] affissero le parole della canzone sull'erigendo monumento a Ciano e tanto bastò per bandire la canzone dalle trasmissioni EIAR per alcuni mesi e convocare presso l'ufficio di censura il paroliere. Panzeri se la cavò dichiarando che il testo era una libera traduzione di un canto popolare [[Abruzzo|abruzzese]] (maramao è, infatti, la contrazione di ''mara maje'' = amara me) e che era stato scritto prima della morte di Ciano. Lo stesso anno avviene una nuova convocazione all'Uffico Censura di [[Mario Panzeri]] per la canzone ''[[Pippo non lo sa]]'' (di [[Gorni Kramer|Kramer]]-[[Nino Rastelli|Rastelli]]-Panzeri), nella quale è facile scorgere pesanti allusioni a [[Achille Starace|Starace]] e a molti altri gerarchi che si atteggiano in sfavillanti uniformi.
Nel 1940, dopo l'entrata in guerra dell'Italia (10 giugno), viene imposto il divieto di ballare in pubblico, i locali notturni vengono chiusi e la musica americana (jazz compreso) assolutamente proibita oltre, naturalmente, alla messa al bando degli autori ebrei. Il brano ''Signora illusione'', di [[Bruno Cherubini|Cherubini]] - [[Armando Fragna|Fragna]] e cantata da [[Luciana Dolliver]] e [[Meme Franchi]], viene censurato a causa del verso "
Nel 1942 si assiste all'immediata censura della canzone ''Il Tamburo della banda d'Affori'', con testo del solito Panzeri, a causa dei versi "
La canzone ''Caro Papà'', di Filippini - Manlio e cantata da [[Jone Caciagli]] e scritta sotto forma di accorata lettera di un bimbo al suo papà lontano al fronte, viene censurata in quanto "
Nel 1943 il brano ''[[Lili Marleen]]'', cantato dall'attrice [[Vivi Gioi]], viene dapprima censurato nelle ultime due strofe (nelle quali un soldato dice alla sua amata che avrebbe preferito essere a casa con lei piuttosto che in guerra) e, successivamente, bandita del tutto in quanto accusata di "deprimere il morale dei combattenti".
|