Censura nella musica in Italia: differenze tra le versioni

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=== Periodo fascista ===
Nel 1926 l'Ufficio di Censura ordina di modificare alcuni versi de ''[[La canzone del Piave|La leggenda del Piave]]'' che sono ritenuti inaccettabili per il buon nome della nuova ''Patria fascista''. Vengono eliminate espressioni come "''tradimento''" e "''onta consumata a [[Caporetto]]''", riferite alla rotta dell'esercito italiano nell'ottobre 1917.
 
Nel 1928 l'[[EIAR]] riduce notevolmente la messa in onda di musica straniera in generale ed americana in particolare. Sul giornale "''[[Il Popolo d'Italia]]"'' (fondato da [[Benito Mussolini|Mussolini]]) il 30 marzo viene pubblicato un articolo di [[Carlo Ravasio]] con il seguente tono: "''
{{Citazione|È nefando e ingiurioso per la tradizione e per la stirpe riporre in soffitta violini e mandolini per dare fiato a sassofoni e percuotere timpani secondo barbare melodie che vivono soltanto per le effemeridi della moda. È stupido, ridicolo e antifascista andare in sollucchero per le danze ombellicali di una mulatta o accorrere come babbei ad ogni americanata che ci venga da oltreoceano.''".|{{cn}}}}
 
Nel 1929 Il Comando Generale dei [[Carabinieri]] emana una serie di circolari riservate, contenenti l'elenco dei canzoni contrarie all'ordine nazionale o, comunque, lesivi dell'autorità costituita. Sono compresi alcuni inni nazionali (tra cui "''[[La Marsigliese]]''"), i canti socialisti o anarchici e persino le ballate sulla sfortunata impresa di [[Umberto Nobile]] al [[Polo Nord]]. A [[Milano]] vengono arrestati due presunti anarchici, sorpresi a cantare un motivo inneggiante a [[Gaetano Bresci]].
 
Nel 1935 la prima versione di "''[[Faccetta nera]]''" (di Micheli - Ruccione), scritta in [[romanesco]] nel 1935, viene accusata di "incoraggiamento alla commistione delle razze", in ordine ai troppi apprezzamenti verso la "''bella abissina''". Ad evitare "problemi", l'autore apportò pesanti modifiche e, nel tentativo di cancellarla, si tentò anche di contrapporle la canzone "''Faccetta bianca''" (di Grio - Macedonio), che verrà presto dimenticata. Il successo del motivetto "''Faccetta nera''" fu tale che il regime si vide costretto ad inserirla tra gli inni fascisti.
 
Nel 1936 viene diffusa una circolare del [[Partito Nazionale Fascista|PNF]] che impone alla stampa di tradurre in italiano tutti i termini stranieri contenuti nelle canzoni, compresi i nomi degli artisti. [[Louis Armstrong]] diverrà, così, ''Luigi Braccioforte'' e [[Benny Goodman]] verrà presentato al pubblico italiano come ''Beniamino Buonomo''.
 
Nel 1937 si assiste a un improvviso allentamento delle restrizioni nei confronti della musica americana. Già il 3 novembre del [[1936]] (alle ore 17.30, ovvero nell'epocale "''seconda- serata''") si erano notate alcune avvisaglie di "riconciliazione musicale", quando l'EIAR aveva trasmesso un programma composto interamente da brani di autori stranieri, eseguiti dall'"[[Orchestra Piero Rizza]]". Dal gennaio [[1937]] la musica jazz dilaga; prima con l'"[[Orchestra Ramponi]]", poi con i solisti di [[Gorni Kramer]] che propongono la famosissima "''Crapa pelada''". Dal mese di aprile, l'EIAR si dota di un proprio quartetto [[jazz]] al cui musica sarà messa in onda tutte le sere alle 20.40, riscuotendo un notevole successo.
 
Nel 1938 la musica [[jazz]] viene nuovamente bollata come "musica negroide" e scompare del tutto dai programmi EIAR. Al contempo comincia il periodo delle cosiddette "canzoni della fronda", ovvero quelle canzoni che per ambiguità del testo si prestano ad essere reinterpretate in chiave satirica. quelle che sotto testi apparentemente "nonsense" contengono, o le autorità credono contengano, ironiche e velate corbellature al regime. "''Un'ora sola ti vorrei''" è tra le più utilizzate e controllate. Si registrano parecchie denunce di persone che vengono sorprese a cantare la strofa "''Un'ora sola ti vorrei / per dirti quello che non sai/ io che non so scordarmi mai / che cosa sei per me...''" rivolgendosi ironicamente all'onnipresente ritratto del [[Duce]].
 
Nel 1939 altra (presunta) "canzone della fronda" è il motivetto ''[[Maramao perché sei morto?]]'', interpretata dal [[Trio Lescano]] con testo di [[Mario Panzeri]]. Il brano, uscito poco dopo la morte di [[Costanzo Ciano]], viene interpretato come uno sberleffo nei confronti del gerarca defunto. Alcuni studenti [[Livorno|livornesi]] affissero le parole della canzone sull'erigendo monumento a Ciano e tanto bastò per bandire la canzone dalle trasmissioni EIAR per alcuni mesi e convocare presso l'ufficio di censura il paroliere. Panzeri se la cavò dichiarando che il testo era una libera traduzione di un canto popolare [[Abruzzo|abruzzese]] (maramao è, infatti, la contrazione di ''mara maje'' = amara me) e che era stato scritto prima della morte di Ciano. Lo stesso anno avviene una nuova convocazione all'Uffico Censura di [[Mario Panzeri]] per la canzone ''[[Pippo non lo sa]]'' (di [[Gorni Kramer|Kramer]]-[[Nino Rastelli|Rastelli]]-Panzeri), nella quale è facile scorgere pesanti allusioni a [[Achille Starace|Starace]] e a molti altri gerarchi che si atteggiano in sfavillanti uniformi.
 
Nel 1940, dopo l'entrata in guerra dell'Italia (10 giugno), viene imposto il divieto di ballare in pubblico, i locali notturni vengono chiusi e la musica americana (jazz compreso) assolutamente proibita oltre, naturalmente, alla messa al bando degli autori ebrei. Il brano ''Signora illusione'', di [[Bruno Cherubini|Cherubini]] - [[Armando Fragna|Fragna]] e cantata da [[Luciana Dolliver]] e [[Meme Franchi]], viene censurato a causa del verso "''illusione, dolce chimera sei tu''" che stride con il categorico imperativo pronunciato dal Duce: "Vincere e vinceremo!". La canzone ''Silenzioso slow'' (meglio nota come ''Abbassa la tua radio''), composta da [[Alfredo Bracchi|Bracchi]] - [[Giovanni D'Anzi|D'Anzi]] e interpretata da [[Norma Bruni]] e da [[Alberto Rabagliati]], viene bandita perché accusata di sottintendere l'invito ad ascoltare le trasmissioni di [[Radio Londra]].
 
Nel 1942 si assiste all'immediata censura della canzone ''Il Tamburo della banda d'Affori'', con testo del solito Panzeri, a causa dei versi "''Il tamburo principal / della banda d'Affori / che comanda cinquecento cinquanta pifferi...''". Al censore non sfugge la sospetta coincidenza numerica tra "550 pifferi" ed i 550 componenti la [[Camera dei Fasci e delle Corporazioni]]. L'attenta censura fascista scova una nuova "canzone della fronda" nel brano di Bixio e Cherubini "''La mia canzone nel vento''", a causa dei versi "''Vento, vento portami via con te''" che, da molti, venivano indirizzati al Duce con la variante "portalo via con te".
La canzone ''Caro Papà'', di Filippini - Manlio e cantata da [[Jone Caciagli]] e scritta sotto forma di accorata lettera di un bimbo al suo papà lontano al fronte, viene censurata in quanto "''eccessivamente disperata e scarsamente ispiratrice del sentimento di immancabile vittoria''".
 
Nel 1943 il brano ''[[Lili Marleen]]'', cantato dall'attrice [[Vivi Gioi]], viene dapprima censurato nelle ultime due strofe (nelle quali un soldato dice alla sua amata che avrebbe preferito essere a casa con lei piuttosto che in guerra) e, successivamente, bandita del tutto in quanto accusata di "deprimere il morale dei combattenti".