Impero seleucide: differenze tra le versioni

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=== La Terza Guerra Siriaca e la crisi ===
Alla morte di Antioco Teo la successione sarebbe dovuta passare al figlio avuto con Berenice, ma Laodice aveva avvelenato il marito proprio per mettere sul trono il figlioletto [[Seleuco II]] (detto ''Callinico'', "dalla splendida vittoria"): Berenice chiese aiuto al fratello [[Tolomeo III|Tolomeo III Euvergete]] che calò in Siria con un immenso esercito dando inizio alla [[terza guerra siriaca]]. Le armate Tolemaiche occuparono rapidamente la Siria, ma non riuscirono a impedire che prima del loro arrivo Berenice e suo figlio venissero uccisi da Laodice. Tolomeo decise comunque di continuare la spedizione e dopo aver devastato la Siria si diresse verso la Mesopotamia, entrò a Babilonia (ma non riuscì a prenderne la rocca) e ottenne la sottomissione delle province orientali: nel frattempo suo figlio [[Magas d'Egitto|Magas]] con la flotta occupò la costa dell'Asia Minore e la Tracia. Nel frattempo, a complicare ulteriormente la situazione di Seleuco, suo fratello [[Antioco Ierace]] si ribellò cercando di fondare un regno autonomo in Turchia, e alleatosi con i Galati, sconfisse il fratello nella disastrosa [[battaglia di Ancyra]]. Ciononostante Seleuco riuscì in qualche modo a riprendersi dalle sconfitte e a riprendere la Siria, anche se poco dopo dovette interrompere il contrattacco a causa di una ennesima sconfitta militare per mano egizia. Il trattato di pace, benché umiliante (i Seleucidi furono costretti a cedere la città ancestrale di [[Seleucia di Pieria]] e la costa dell'Asia Minore) permise a Seleuco di mantenere il proprio regno. Poco dopo il fratello Antioco Ierace fu sconfitto dalle forze di Pergamo, e Seleuco ne approfittò per restaurare parte del proprio potere in Asia Minore. Ma la conseguenza più grave fu che i satrapi delle province orientali approfittarono dei disastri di Seleuco per rendersi indipendenti: [[Diodoto I|Diodoto]] fondò il regno della [[Battria]], che sopravvisse fino al [[125 a.C.]], e la [[Arsacidi di Partia|dinastia arsacide]] fondò in [[Impero partico|Partia]] un piccolo ma agguerrito stato che col tempo avrebbe soppiantato i Seleucidi. Seleuco tentò di recuperare quantomeno la Partia, ma Arsace riuscì non solo a respingere l'invasione ma addirittura, secondo alcuni, a catturare il re. Anche il tentativo di prendere la [[Cappadocia]] terminò in un disastro nel quale Seleuco perse 20.000 uomini. Alla morte di Seleuco, il regno era fortemente indebolito, ma quantomeno aveva evitato il collasso; gli successe nel [[225 a.C.]] il figlio [[Seleuco III]], che tentò di restaurare l'autorità imperiale in Asia Minore ma rimase ucciso dai propri mercenari nel [[223 a.C.]] La campagna in Asia fu continuata da suo zio [[Acheo (generale)|Acheo]], che riuscì efficacemente a respingere le forze del regno di Pergamo costringendo [[Attalo I]] a barricarsi a [[Pergamo]].
[[File:Antiochos III.jpg|thumb|Busto di Antioco il Grande, sotto il quale l'impero Seleucide raggiunse la sua massima estensione.]]