Vanitas vanitatum et omnia vanitas: differenze tra le versioni

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Tutto ciò rappresentano i vani desideri degli uomini e soprattutto di quelli di corte che Ariosto conosce così bene. Desideri vani in cui gli uomini si nascondono ma che non trovano mai e come Orlando poi diventano pazzi, perché non riescono a ottenerli dato che sono finiti proprio lassù, sulla Luna.
 
Un altro riferimento è presente nel [[Canzoniere]] di [[Francesco Petrarca]] nel sonetto "Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono".
 
Un ulteriore riferimento lo troviamo nel [[Decameron]] di [[Boccaccio]]: più precisamente nella 7 novella (narratore é [[Panfilo]]) della II giornata.<ref>Decameron edito da Bur a cura di [http://www.lettere.uniroma1.it/users/amedeo-quondam Quondam], Fiorilla, [https://www.docenti.unina.it/giancarlo.alfano Alfano] p.397 capoverso 3 ISBN 9788817063265 [http://www.ibs.it/code/9788817063265/boccaccio-giovanni/decameron.html Disponibile online]</ref>
 
==Note==