Dimensione parallela: differenze tra le versioni

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== Introduzione ==
iato fisico [[Paul Davies]] ''Come costruire una macchina del tempo'' (A.Mondadori Editore,2003); del ricercatore astrofisico [[Massimo Teodorani]] ''Teletrasporto'' (Macro Edizioni,2007) cap.3 ("Il teletrasporto relativistico: un obiettivo ideale ma difficile"); per l'aspetto tecnico il rapporto pubblicato dal fisico Eric W.Davis nel 2004 ''Teleportation Physics Study. AFRL-PRED-TR-2003-0034, Air force laboratory, Air Force Materiel Command, Edwards AFB,CA'' (rinvenibile anche su Internet). Pure il romanzo di C.Sagan (qui presente nella lista ''Narrativa'') illustra una visione generale della questione accennata.
Va precisato che il lemma "[[dimensione]]" (con l'accezione di ''regione o luogo spaziale'' occupabile e/o percorribile), sebbene nel gergo colloquiale e narrativo possa genericamente riferirsi a un'ulteriore realtà nascosta o oscura ma simile o sovrapponibile alla struttura del nostro mondo, in contesto prettamente scientifico va distinto dagli altri termini (universo parallelo, realtà parallela, universo alternativo, realtà alternativa) in quanto designa una o più quantità e qualità metriche intrinseche al luogo misurato (inerenti a qualche specifica [[topologia]]): ad esempio con le caratteristiche di "[[quarta dimensione]]" è definibile una configurazione (come l'[[ipersfera]]) che manifesta proprietà e relazioni spaziali differenti da quelle tridimensionali a noi presenti e direttamente visibili, che non si riesce neppure a raffigurarla mentalmente a meno di ricorrere ad un modello geometrico composito, il cui segno grafico ha aspetto solo indicativo e ne inquadra i singoli caratteri riducendoli nei limiti tridimensionali. Così in tal contesto, asserire l'esistenza fisica d'altra aggiuntiva ''dimensione parallela'', oltre le tre normalmente osservate nel nostro universo ([[euclideo]]), implica dichiarare la presenza di misure/elementi/forme (associabili a cifre) passibili di misurazione, le quali affiancano e/o completano l'estensione (superficiale e volumetrica) normale, ma restando fuori dalla gamma compresa e percepita empiricamente dall'apparato sensorio naturale. Dunque la complessiva rappresentazione pluridimensionale più corretta è approcciabile solo per mezzo o con ausilio matematico. In breve, al di là della facilità con cui artisticamente a volte s'illustrano esotiche "dimensioni spaziali" e si usa l'espressione come sinonimo indicante località comunque praticabili come il nostro ambiente, esse possono ben delinearsi e approcciarsi solo con calcolo e ricomposizione indiretta e astratta.<ref>Per approfondimenti e riscontri su quanto qui accennato e in genere sulla voce qui presentata, ma esclusivamente dal punto di vista scientifico, si può (fra i numerosi altri) consultare il libro del matematico [[Rudy Rucker]] ''La quarta dimensione'' (Adelphi, 1984), dove il tema in ambito geometrico è ampiamente svolto lungo l'intero testo; il libro del matematico [[Robert Osserman]] ''Poesia dell'Universo''(Longanesi & C., 1996), dove esso è diffusamente presente sia sul piano puramente geometrico che nei suoi riflessi cosmologici come ad es. nei capp. 4 ("Mondi immaginari") e 8 ("Un'altra dimensione"); il libro del fisico nucleare [[Lisa Randall]] ''Passaggi curvi'' (Gruppo editoriale il Saggiatore, 2006), dove sono accuratamente discussi, nel corso dell'opera, gli aspetti pluridimensionali di natura fisica compresi quelli a livello sub-atomico e connessi alla gravitazione, ad es. i capp. 2 (''Passaggi ristretti: dimensioni extra arrotolate'') 14 (par.: ''Origine della teoria delle stringhe'') e il 22 (''Una dimensione extra e infinita'') riguardante espressione e conseguenze fisico-sperimentali ipotetiche del tipo teorico ''Kaluza-Klein''.</ref>
 
Comunque, malgrado la incompatibile recepibilità (almeno completa e diretta) di strutture metricamente pluridimensionali da parte di quelle corporee a sole tre dimensioni, si stanno studiando soluzioni scientificamente attendibili per aggirare le restrizioni fisiche e sfruttare almeno una ulteriore dimensionalità (nel tessuto spazio-temporale conosciuto) per aprire passaggi occasionali in grado di trasportare viaggiatori e/o oggetti (che nello spostamento però continuerebbero a rimanere e a sperimentare solo le proprie dimensioni originarie) tra punti anche reciprocamente remoti del cosmo, o per muoversi avanti e indietro nel [[cronotopo]]. L'uso di [[materia esotica]] con proprietà e effetti antigravitazionali, prodotta artificialmente o trovata in natura, è indispensabile a tal scopo. Ma su queste possibilità, che avvicinano la produzione fantascientifica alla scienza ortodossa, vi è marcata divisione nella comunità accademica; e sul tema si resta nell'ambito puramente teorico mancando, finora, solidi indizi osservativo-sperimentali relativi in scala macroscopica. Ma qualche spiraglio s'intravvede nello studio al livello quantistico. Difatti il meccanismo (per ora avveniristico e ipotetico), per creare dei ''tunnel'' utili al suddetto obiettivo, sarebbe espandere ai limiti del macrocosmo quelle proprietà che diverse teorie (ma non tutte, non v'è unanimità di giudizio) calcolano esistenti ma confinate al massimo entro la misura del nucleo atomico<ref>Fra i vari testi e documenti sull'argomento si possono consultare: il saggio del premiato fisico [[Paul Davies]] ''Come costruire una macchina del tempo'' (A.Mondadori Editore,2003); del ricercatore astrofisico [[Massimo Teodorani]] ''Teletrasporto'' (Macro Edizioni,2007) cap.3 ("Il teletrasporto relativistico: un obiettivo ideale ma difficile"); per l'aspetto tecnico il rapporto pubblicato dal fisico Eric W.Davis nel 2004 ''Teleportation Physics Study. AFRL-PRED-TR-2003-0034, Air force laboratory, Air Force Materiel Command, Edwards AFB,CA'' (rinvenibile anche su Internet). Pure il romanzo di C.Sagan (qui presente nella lista ''Narrativa'') illustra una visione generale della questione accennata.
Inoltre per una panoramica discorsiva ma accuratamente epistematica e con impronta euristico-filosofica delle problematiche collegate ai vari tipi possibili di multiverso e di sue dimensioni alternative è utile il saggio pubblicato nel 2005 dall'astrofisico e matematico [[John Barrow]] : ''L'Infinito'' (Arnoldo Mondadori Editore, 2005), del quale fra gli altri vedi il cap.IX ("Mondi senza fine").</ref>.