Assedio di Costantinopoli (626): differenze tra le versioni

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Dopo aver liberato Costantinopoli dall'assedio, per l'Impero romano d'Oriente iniziò la riscossa: il generale [[Teodoro (generale)|Teodoro]] sconfisse l'esercito del generale persiano [[Shahin]], mentre Eraclio ricominciò l'offensiva in [[Mesopotamia]], riuscendo a sconfiggere un esercito persiano a [[Ninive]]. In seguito a questa vittoria, Eraclio, marciò verso [[Ctesifonte]], capitale dell'Impero sasanide, ormai in preda all'anarchia, ma non la poté conquistare.
 
Nel frattempo Cosroe II era stato assassinato e gli eserciti invasori persiani rimpatriarono, lasciando i territori che avevano occupato. I Sasanidi furono costretti a firmare una pace, che prevedeva il ripristino dei confini a com'erano prima della guerra e la sottomissione della Persia all'impero, segnata attraverso un forte pagamento di tributi, e con la clausola che lo Shahanshah persiano doveva assoggettarsi alla reggenza dell'imperatore bizantino. Questa fu l'ultima guerra tra Bizantini e Sasanidi, visto che pochi anni dopo la Persia fu invasa e conquistata dagli [[Arabi]], tanto che l'impero perse metà dei suoi territori a causa di questi ultimi, prima di collassare totalmente.
 
== Bibliografia ==