Beati Paoli: differenze tra le versioni

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{{Organizzazione criminale
|nome = Beati Paoli
|immagine = I Beati Paoli.jpg
|didascalia = Il tribunale dei Beati Paoli<br />(dipinto su carretto siciliano di Antonio Cronio, detto ''Barnaba'', [[1938]] circa)
|didascalia =
|nomi alternativi = Vendicosi<ref>Castiglione, pag. 15.</ref>
|area di origine = [[Regno di Sicilia]]
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=== I "misteri" dei Beati Paoli e il presunto legame con la ''mafia'' in Italia ===
[[File:Covo dei Beati Paoli - Palermo.jpg|upright=1.3|thumb|left|Il supposto covo dei Beati Paoli, in [[Palermo]]]]
 
[[File:Emblema Beati Paoli.jpg|upright=0.8|thumb|L'emblema dei Beati Paoli]]
Lo [[scrittore]] e [[antropologia|antropologo]] [[Giuseppe Pitrè]] ([[1841]]-[[1916]]) nel capitolo ''La mafia e l'omertà'' del suo ''Usi e Costumi'' diede questa definizione di [[associazione per delinquere]] ricavandola dal [[gergo]] dei detenuti della ''Vicaria'', l'antico carcere di Palermo: «Cuncuma, s.f., riunione e compagnia di uomini, per lo più non buoni e giudicati come non buoni. Riunione segreta e misteriosa come quella dei Beati Paoli, che avevano le loro grotte paurose ed impenetrabili presso il giardino detto della Cuncuma. ''Essiri di la Cuncuma'', essere del tal numero de' tristi, della cosca, aver l'arte e l'attitudine d'ingannare e prevedere gli inganni, esser furbo, ecc. A Palermo nel giardino della Cuncuma, vi era una grand'hosteria, et ivi giuntavano li ''guappi'' e taglia ''cantuni''».<ref>Pitrè, pag 218.</ref> Questo esclude qualunque riferimento magico o soprannaturale a proposito del mistero che circonda la confraternita.<ref>Castiglione, pag. 25.</ref> I Beati Paoli si proposero, dunque, come un'associazione per delinquere, caratterizzata da una «[[ragione sociale]]», un «titolo», quasi come le tante Venerabili e Nobili Confraternite, forse collegata con esponenti del potere. Se i membri della setta fossero stati solo «guappi» o «vendicatori a basso costo» avrebbero reclutato esclusivamente persone di infimo rango sociale, non anche proprietari di patrimoni e sicuri redditi nonché piccoli nobili.<ref>Castiglione, pag. 27.</ref>
 
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== I Beati Paoli nella cultura di massa ==
[[File:Chiesa di S. Maria di Gesù al Capo (Palermo).JPG|thumb|La chiesa di Santa Maria di Gesù al Capo, a [[Palermo]]]]
 
* Nelle pubblicazioni del 20 e 30 dicembre [[1836]] del periodico palermitano ''Il Vapore'', [[Vincenzo Linares]] pubblicò il racconto ''I Beati Paoli''.
* Nel [[1909]] [[Luigi Natoli]] fece del tema l'oggetto di un fortunato [[romanzo d'appendice]] con lo pseudonimo di William Galt, anche questo intitolato ''[[I Beati Paoli (romanzo)|I Beati Paoli]]''. La riedizione del libro proposta nel [[1971]] da [[Dario Flaccovio Editore]], con un saggio introduttivo di [[Umberto Eco]], ha giovato molto alla conoscenza della storia tra un pubblico più vasto, indipendentemente dall'irrisolto problema di quali siano gli elementi di fantasia e quelli storici nello scritto del Natoli. Secondo lo scrittore, la Palermo sotterranea nella quale agivano e si radunavano segretamente i Beati Paoli si trova per la precisione sotto il rione del [[Seralcadio|Capo]], in un reticolo di cunicoli e caverne facenti parte di un'antica necropoli cristiana situata tra la citata chiesa di Santa Maruzza e il vicolo degli Orfani.