Città ideale: differenze tra le versioni

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La ''[[Città ideale (dipinto)|Città Ideale]]'', dipinto esposto nella [[Galleria nazionale delle Marche]] e opera di un ignoto artista,<ref>AA.VV., ''Urbino Galleria Nazionale della Marche'', Electa, Milano 2005.</ref> è il "luogo ideale" in cui la classicità "moderna" trova la "sua" rappresentazione e raggiunge il suo culmine. Il pittore (che alcuni identificano in [[Piero della Francesca]] o in [[Melozzo da Forlì]], mentre altri propendono per [[Leon Battista Alberti]] o [[Luciano Laurana]], secondo quanto descritto in calce allo stesso dipinto) ha voluto rappresentare il modello di assoluta perfezione della città rinascimentale, concepita come una "[[scacchiera]]" dove il pavimento delle strade, con l'intersecarsi dei marmi policromi, riflette e amplifica la struttura della città, i cui edifici, proprio come i pezzi di una scacchiera, sono ordinati e collocati a intervalli di spazio regolari e prestabiliti, secondo [[Canone (arte)|canoni]] di assoluta perfezione. Inoltre gli edifici (che non devono assolutamente superare i 3 piani di altezza) sono disposti in maniera [[simmetria|simmetrica]] e trasversale rispetto al centro della rappresentazione che culmina con una [[Rotonda (architettura)|Rotonda]], una particolare tipologia di edificio classico che, in quanto strutturalmente di forma circolare, vuole rappresentare (con l'[[iperbole (geometria)|iperbole]] della [[circonferenza]] del [[cerchio]], figura da sempre ritenuta "perfetta" perché in sé chiusa e conchiusa) il coronamento di un'opera che tutto racchiude all'interno di sé, lasciando un vuoto ideale e universale al di fuori di sé. Si tratta di un caso classico di [[utopia]].
 
====Esperienze====