Festa dei Ceri: differenze tra le versioni

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È difficile sintetizzare le poche, incomprensibili e mai scritte regole della Corsa. "Chi ha vinto?" "Nessuno ha vinto o meglio Gubbio ha vinto." Su questo gli Eugubini sono molto laconici e non apprezzano dare ulteriori spiegazioni<ref name=":10" />.
 
In breve le regole principali sono queste<ref name=":9" />. Il Cero deve correre alla massima velocità possibile mantenendo l'ordine stabilito dalla Tradizione: Sant'Ubaldo, San Giorgio e Sant'Antonio. La Corsa deve essere completata prima di mezzanotte del 15 maggio. Un ceraiolo in azione non deve abbandonare la barella per nessun motivo fino quando non viene sostutuito in un cambio. È vietato fermarsi, se non alle soste predeterminate o in caso della caduta del Cero che sta davanti, in questo caso il Cero che corre dietro deve aspettare che questo si rialzi.
 
Un vincitore ufficiale non esiste e questo è sorprendente considerando lo sforzo e i rischi assunti dai ceraioli. Questo è il motivo per cui la Festa è definita come la Festa dei matti <ref>{{Cita libro|autore=Nardelli, Giuseppe Maria; Pizzichelli, Pina|titolo=Gubbio. Itinerari di monaci e consoli|anno=2002|editore=Ali&no editrice|città=Perugia|p=|pp=|ISBN=}}</ref>. La filosofia del ceraiolo è molto lontana dal moderno concetto di agonismo: la competizione principale è con se stessi in onore di Sant'Ubaldo. La cosa importante è avere fatto una buona Corsa ed in questo caso sono due gli elementi di giudizio: la caduta ed il distacco.