Martiri di Otranto: differenze tra le versioni

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'''I Santi Antonio Primaldo e compagni martiri''', conosciuti anche semplicemente come '''Martiri di Otranto''', sono gli 813 abitanti della città [[Salento|salentina]] di [[Otranto]] uccisi il [[14 agosto]] [[1480]] dai [[Impero ottomano|Turchi]] guidati da [[Gedik Ahmet Pascià]], per aver rifiutato la conversione all'[[Islam]] dopo la caduta della loro città. Sono stati canonizzati il [[12 maggio]] [[2013]] da [[papa Francesco]]<ref>[http://attualita.vatican.va/sala-stampa/bollettino/2013/05/12/news/30976.html Cappella papale per la canonizzazione di 3 beati]</ref>; erano stati dichiarati beati il [[14 dicembre]] [[1771]] da [[papa Clemente XIV]]<ref>{{Cita|Gianfreda, 2007|pag. 119}}</ref>.
 
== Storia ==
{{vedi anche|Battaglia di Otranto}}
Il [[28 luglio]] [[1480]] una flotta navale turca del [[sultano]] dell'[[Impero ottomano]] [[Maometto II]] proveniente da [[Valona]], forte di 90 [[Galea|galee]], 40 [[Fusta|galeotte]] e altre navi, per un totale di circa 150 imbarcazioni e 18.000 soldati, si presentò sotto le mura di Otranto<ref>{{Cita|Gianfreda, 2007|pag. 35}}</ref>.
 
La città resistette strenuamente agli attacchi, ma la sua popolazione di soli 6.000 abitanti non poté opporsi a lungo ai bombardamenti. Infatti il [[29 luglio]] la guarnigione e tutti gli abitanti abbandonarono il borgo nelle mani dei Turchi, ritirandosi nella cittadella mentre questi ultimi cominciavano le loro razzie anche nei [[Università del Regno|casali]] vicini.
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Tra gli 813 martiri d'Otranto, si ricorda per l'eroica morte, in testimonianza della fede, la figura di Macario Nachira, colto [[monaco basiliano]], appartenente a un'antica e nobile famiglia di Viggiano (oggi [[Uggiano la Chiesa]]).
 
== Reliquie ==
Il [[13 ottobre]] [[1481]] i corpi degli Otrantini trucidati furono trovati incorrotti e vennero successivamente traslati nella [[Otranto#Cattedrale|Cattedrale di Otranto]].
 
A partire dal [[1485]], una parte dei resti di quei martiri furono trasferiti a [[Napoli]]<ref>A tale trasporto si collega anche la tavola raffigurante i [[Berardo, Ottone, Pietro, Accursio e Adiuto|Protomartiri francescani]], a cui [[Sisto IV]] affidò la sorte dei cristiani, conservata nella [[Basilica di San Lorenzo Maggiore]]. Cfr. Giuseppe Cassio, Il riflesso della Guerra d'Otranto nel dipinto dei Protomartiri francescani a Napoli, in Italia francescana 88 (2013), p. 361-376</ref> e riposano nella [[chiesa di Santa Caterina a Formiello]], dove furono collocati sotto l'altare della [[Madonna del Rosario]] (che ricorda la vittoria definitiva delle truppe cristiane sugli [[Ottomani]] nella famosa [[battaglia di Lepanto]]); successivamente furono collocati nella cappella delle reliquie, consacrata da papa Benedetto XIII, e solo dal [[1901]] deposte sotto l'altare in cui si trovano oggi. Una ''recognitio canonica'', effettuata tra il [[2002]] e il [[2003]], ne ha ribadito l'autenticità.
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Reliquie dei santi martiri sono venerate in molti luoghi della [[Puglia]] (in particolare nel [[Salento]]) a [[Napoli]], [[Venezia]], [[Milano]] e anche in [[Francia]] (a [[Tours]]) e in [[Spagna]].
 
== Culto ==
Un processo canonico iniziato nel [[1539]] terminò il [[14 dicembre]] [[1771]], allorché [[papa Clemente XIV]] dichiarò [[Beatificazione|beati]] gli 800 trucidati sul colle della Minerva, autorizzandone il culto; da allora essi sono protettori di [[Otranto]].
 
In vista di una possibile canonizzazione, su richiesta dell'[[arcidiocesi di Otranto]], il processo è stato riaperto, confermando in pieno le conclusioni del precedente. [[Papa Benedetto XVI]], il [[6 luglio]] [[2007]], ha emanato un decreto in cui riconosce il martirio di Antonio Primaldo e dei suoi concittadini uccisi "[[In odium fidei|in odio alla fede]]".
 
Il [[20 dicembre]] [[2012]] Benedetto XVI nell'udienza privata con il cardinale [[Angelo Amato]], prefetto della [[Congregazione delle Cause dei Santi]], ha autorizzato la Congregazione a promulgare il Decreto riguardante il miracolo della guarigione della suora Francesca Levote, attribuito all'intercessione dei beati Antonio Primaldo e compagni martiri<ref>[http://press.catholica.va/news_services/bulletin/news/30226.php?index=30226&lang=it Promulgazione di decreti della Congregazione delle Cause dei Santi]</ref>. Sono stati canonizzati da [[papa Francesco]] il [[12 maggio]] [[2013]], secondo quanto annunziato da Benedetto XVI l'[[11 febbraio]] [[2013]]<ref>{{cita web|url=http://bari.repubblica.it/cronaca/2013/05/12/news/i_martiri_di_otranto_sono_stanti-58616645/|titolo=I martiri di Otranto sono Santi|data=13 maggio 2013|editore=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]}}</ref>.
 
== Musica, letteratura, teatro ==
Il tema dei Santi Martiri otrantini è presente sia in ambito letterario che musicale: la scrittrice [[Maria Corti]] è la penna di un apprezzato romanzo di ambientazione storica: ''[[L'ora di tutti]]''.
 
In ambito musicale e teatrale, invece, la vicenda degli 800 martiri è presente in:
 
* '''Ottocento - Opera popolare''' di [[Francesco Libetta]].
* '''A coloro che hanno vinto''', opera sacra in 5 quadri per solisti, coro, orchestra, voci recitanti e balletto di don Biagio Mandorino e don Tiziano Galati.
* '''Una luce sul monte''', oratorio sacro per solisti, coro, orchestra e voce recitante di mons. [[Marco Frisina]].
* '''L'ora di Otranto''', di Michele Di Martino, dramma in due atti con la regia di [[Pamela Villoresi]], musiche di Luciano Vavolo e degli [[Officina Zoè]] (dramma pubblicato in Testimonianze per [[Maria Corti]], a cura di [[Anna Dolfi]], [[Bulzoni Editore]], 2005
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Paolo Ricciardi, ''Gli eroi della patria e i martiri della fede: Otranto 1480-1481'', Vol. 1, Editrice Salentina, 2009
* {{cita libro|nome= Grazio |cognome= Gianfreda|anno= 2007|titolo= I beati 800 martiri di Otranto|editore= del Grifo|isbn=978-88-7261-310-8|cid=Gianfreda, 2007}}
 
== Voci correlate ==
* [[Otranto]]
* [[Battaglia di Otranto]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{santiebeati|90300|Beati Martiri d'Otranto}}
 
{{Controllo di autorità}}