Suonatore di liuto: differenze tra le versioni
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{{citazione|[...] e dipinse per il Cardinale [Del Monte] [...] anche un giovane, che sonava il Lauto, che vivo, e vero il tutto parea con una caraffa di fiori piena d’acqua, che dentro il reflesso d’una fenestra eccellentemente si scorgeva con altri ripercotimenti di quella camera dentro l’acqua, e sopra quei fiori eravi una viva rugiada con ogni esquisita diligenza finta. E questo (disse) che fu il più bel pezzo, che facesse mai.<ref>Giovanni Baglione, ''Le vite de’ pittori, scultori et architetti dal pontificato di Gregorio XIII del 1572 in fino a’ tempi di Papa Urbano Ottavo nel 1642'', Roma: Stamperia d'Andrea Fei, 1642, p. 136.</ref>}}
Esso fu probabilmente uno dei primi dipinti che entrarono a far parte della ricca collezione di Vincenzo Giustiniani, forse stesso committente dell'opera. Avvicinabile alla ''Buona Ventura'' dei Musei Capitolini e ai ''Musici'' del Metropolitan Museum di New York, {{chiarire|esso era parte della Collezione Vittrici a Roma, nel cui inventario (1659) il dipinto fu curiosamente descritto come "''un quadro grande di una donna vestita di Diana, che sona al cembalo''".|Credo sia necessario chiarire se il dipinto fosse in collezione Giustiniani o in collezione Vittrici.}} Marini ha ipotizzato che l'identificazione mitologica sia stata favorita dall'androginia del personaggio raffigurato e dal ricciolo in fronte interpretato come uno spicchio di luna, noto
== Descrizione e stile ==
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