Monarchia di luglio: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Davide King (discussione | contributi)
Davide King (discussione | contributi)
Riga 213:
Thiers, prevedendo sommosse nella capitale, vi concentrò 40.000 uomini che il re in persona passò in rivista il 10 aprile. A titolo preventivo fece arrestare 150 dei principali membri della ''Société des Droits de l'Homme'' e ne chiuse l'organo di informazione, il virulento quotidiano ''La Tribune des départements''. Malgrado tutto, la sera del 13 cominciarono a sorgere delle barricate. Col [[Thomas Robert Bugeaud|generale Bugeaud]] al comando delle truppe Thiers diresse personalmente le operazioni di ordine pubblico. La repressione fu feroce; quando una pattuglia fu fatta segno di colpi d'arma da fuoco provenienti dal n° 12 della ''rue'' Transnonain,<ref>Oggi corrispondente alla parte nord della rue Beaubourg.</ref> il comandante del distaccamento fece prendere d'assalto l'edificio: tutti gli occupanti – uomini, donne, bambini e vecchi – furono [[Massacro di rue Transnonain|massacrati]] a colpi di [[baionetta]], come immortalato da una celebre [[Litografia (arte)|litografia]] di [[Honoré Daumier]].
 
Il 14 aprile, mentre la battaglia a Parigi continuava, le due Camere si recarono congiuntamente al palazzo delle Tuileries per esprimere al sovrano la propria concordia nello sforzo per ristabilire l'ordine pubblico. Il 1º maggio Luigi Filippo decise di rinunciare alla celebrazione ufficiale della propria festa e fece rendere pubblico che la somma già stanziata sarebbe stata impiegata per soccorrere i feriti, le vedove e gli orfani di quei giorni. Allo stesso tempo ordinò al maresciallo Soult di dare grande risalto agli avvenimenti del momento «per chiarire all'opinione pubblica, alle Camere e a tutta la Francia e per far loro sentire come sia necessario ampliare l'esercito».<ref>Citato da Guy Antonetti, ''op. cit.'', pag. 723.</ref>
 
Oltre 2.000 persone furono arrestate in diverse occasioni, soprattutto a Parigi e Lione, e furono deferite alla Corte dei Pari, in conformità all'articolo 28 della Carta del 1830, per attentato alla sicurezza dello Stato. Lo Stato maggiore repubblicano fu decapitato, tanto che ai funerali di La Fayette, morto il 20 maggio, non accadde alcun incidente. Il 13 maggio il governo ottenne dalla Camera dei deputati l'approvazione di un credito di 14 milioni di franchi, sufficiente per mantenere sotto le armi 360.000 uomini. Due giorni più tardi i deputati adottarono una legge assai repressiva sulla detenzione e l'uso di armi da guerra.