Falò: differenze tra le versioni
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In Campania, nel comune di [[Gesualdo (Italia)|Gesualdo]] (AV), i falò, detti "vambalerie", vengono accesi per le vie e contrade della cittadina la sera del 30 novembre, in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant'Andrea. La tradizione secolare nacque nel primo Ottocento a seguito dell'abbattimento del tiglio di Piazza Belvedere (oggi Piazza Umberto I), il cui legno venne in parte bruciato e in parte utilizzato per realizzare la statua del santo, ancora oggi custodita nella Chiesa Madre di San Nicola.
In Irpinia vi è anche "
In un comune calabrese, [[Taurianova]] ([[Provincia di Reggio Calabria|RC]]), viene acceso un grande falò detto "u mbitu" (l'invito) il 29 agosto nella piazza antistante il duomo per celebrare l'inizio della novena in onore della Madonna della Montagna, protettrice del comune. In questa occasione vengono bruciati i "luppinazza", ovvero piante di lupini ormai seccate.
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