Beretta MAB 38: differenze tra le versioni

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Il MAB fu progettato dall'ing. Tullio Marangoni, capo progettista della Beretta, come "moschetto automatico", definizione tecnicamente molto corretta poiché pur impiegando una cartuccia da pistola, la 9 x 19 Parabellum, non era definibile come pistola-mitragliatrice avendo una calciatura in legno simile a quella di un fucile, e peso e ingombro erano pur sempre rilevanti. [[File:Beretta 38.jpg|thumb|288x288px|Un Beretta MAB mod. 38, prima serie, con un caricatore da 30 colpi. Si nota in corrispondenza della volata lo spegnifiamma/condensatore di primo tipo, ad asole orizzontali, sostituito poi da un più efficace tipo a quattro intagli trasversali.]]Il funzionamento era a massa battente, ad otturatore aperto. Per dissipare il calore della canna, quest'ultima era avvolta in un manicotto traforato che, in corrispondenza della volata, presentava un compensatore di rinculo costituito da due asole orizzontali, successivamente sostituite da quattro intagli trasversali.
 
La manetta di armamento, sul lato destro dell'arma, era svincolata dall'otturatore ed era solidale ad uno sportellino scorrevole che che manteneva chiusa la scanalatura di scorrimento impedendo a polvere e sporco di entrare nell'arma. Sul lato sinistro, vi era una sicura a leva. Gli organi di mira, sulla versione iniziale del MAB, erano piuttosto sofisticati per un mitra, essendo un alzo a ritto e cursore graduato fino a 500 metri, distanza peraltro piuttosto ottimistica.
 
Caratteristica tipica di tutti moschetti automatici Beretta, era il peculiare gruppo di scatto che non aveva selettore di tiro, bensì due grilletti posti in tandem: quello anteriore per il tiro semiautomatico, e quello posteriore per il tiro automatico (a raffica). Ciò per consentire al tiratore di poter istintivamente passare dall'una all'altra modalità, in caso di bisogno, senza manovrare leve o traversini. Era una soluzione brillante ma piuttosto raffinata, che non venne poi ripresa nelle armi Beretta del dopoguerra. Altra raffinatezza tecnica era il percussore flottante con sicurezza automatica contro lo sparo accidentale (''vedi sotto''), poi sostituito da uno fisso. [[File:Bundesarchiv Bild 101I-304-0614-32, Italien, italienische Soldaten auf Posten in Stadt-L.jpg|thumb|285x285px|Roma, 8 settembre 1943: nelle drammatiche ore dell'armistizio, una pattuglia della [[Polizia dell'Africa italiana|PAI]] continua il suo servizio, mentre sullo sfondo dei soldati tedeschi mettono in batteria un cannone anticarro [[7,5 cm PaK 40|PaK 40]], sotto gli sguardi attoniti dei passanti. Gli agenti sono armati di MAB 38, arma di ordinanza della PAI dal 1939, con le baionette inastate come da regolamento per servizi armati di ordine pubblico.]]Altra caratteristica di rilievo del MAB era la cartuccia utilizzata: trattandosi della prima arma d'ordinanza italiana in calibro 9 x 19, venne prodotta apposta per il MAB una cartuccia ''ad hoc'' in questo calibro detta ''9mm M1938'', del 15% circa più potente delle 9 x 19 militari dell'epoca. Questo migliorava le prestazioni dell'arma, che ovviamente poteva sparare anche qualsiasi cartuccia 9 Parabellum. [[File:Bundesarchiv Bild 101I-680-8257-16, Frankreich, Soldat in Deckung hinter Hecke.jpg|thumb|422x422px|Un ufficiale della ''[[Wehrmacht]]'' in [[Francia]], 1944: accanto a sé ha un mitra MAB 38A. I tedeschi apprezzarono molto il mitra Beretta giudicandolo ingombrante, ma solido e ben fatto.]]
 
Il MAB era prodotto con molta cura, soprattutto nelle prime serie, dove venne addirittura impiegato un calcio in noce nazionale, poi sostituito dal ben più economico faggio, con bruniture profonde di alta qualità e finiture accurate. Nelle versioni 38/42 e 38/44 la necessità imposta dagli eventi bellici di accelerare al massimo la produzione abbassò lievemente il livello delle finiture, che però si mantenne sempre più che buono, per un'arma militare.
 
== Impiego operativo ==