Omicidio Calabresi: differenze tra le versioni

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Il 18 maggio [[1972]] il giornale ''[[Lotta Continua (quotidiano)|Lotta Continua]]'' titolò: ''Ucciso Calabresi, il maggior responsabile dell'assassinio di Pinelli''<ref name="Brambilla">{{Cita libro|autore=Michele Brambilla|titolo=L'Eskimo in redazione|città=Milano|editore=Edizioni Ares|anno=1991}}</ref>.
 
Nel commentare il delitto il quotidiano, collegando idealmente il fatto con l'attentato al politico statunitense [[George Wallace]], di cui aveva dato notizia il giorno precedente<ref>{{Cita news|url=http://fondazionerrideluca.com/download/1972/05_1972/LC1_1972_05_18.pdf|titolo=USA – Giustiziato l'assassino Wallace|pubblicazione=''Lotta Continua''|data=17 maggio 1972|accesso=29 giugno 2016}}</ref>, scrisse<ref name=LC1_1972_05_18>{{Cita news|url=http://fondazionerrideluca.com/download/1972/05_1972/LC1_1972_05_18.pdf|titolo=La posizione di Lotta Continua|pubblicazione=''Lotta Continua''|data=18 maggio 1972|accesso=29 giugno 2016}}</ref>.:
 
{{quote|Ieri il razzista Wallace, oggi l'omicida Calabresi. La violenza si rivolge contro i nemici del proletariato, contro gli uomini che della violenza più spregiudicata hanno fatto la loro pratica quotidiana di vita al servizio del potere. E fin troppo facile prevedere che si scateni era tutta la rabbia repressiva dello Stato contro le organizzazioni rivoluzionarie e i loro militanti. Ma questa non può essere una ragione per farci tacere oggi quella verità che abbiamo sempre detto ad alta voce: che Calabresi era un assassino, e che ogni discorso sulla «spirale della Violenza, da qualunque parte provenga» è un discorso ignobile e vigliacco, utile solo a sostenere la violenza criminale di chi vive sfruttando e opprimenclo.<nowiki>[...]</nowiki> Ma non possiamo nemmeno, ieri per Wallace, oggi per Calabresi, accettare un giudizio opportunista che fa di ogni azione diretta il risultato della provocazione e dell'infiltrazione del nemico di classe. l'omicidio politico non è certo l'arma decisiva per l'emancipazione delle masse dal dominio capitalista, così come l'azione armata clandestina non è certo la forma decisiva della lotta di classe nella fase che noi attraversiamo. Ma queste considerazioni non possono assolutamente indurci a deplorare l'uccisione di Calabresi, un atto in cui gli sfruttati riconoscono la propria volontà di giustizia.}}