Il castello di Otranto: differenze tra le versioni

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walpole vuole mescolare gli stili che appartengono al novel e al romance, non al naturalismo ne al romanticismo, termini che quando viene scritta l'opera non sono ancora conosciuti
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Nella seconda edizione e in quelle successive Walpole riconobbe invece la paternità dell'opera, scrivendo che "Il modo favorevole in cui questi piccoli frammenti sono stati ricevuti dal pubblico impone all'autore di spiegare il terreno su cui egli l'ha composto". All'epoca era acceso il dibattito sul ruolo della letteratura, se i romanzi dovessero essere o meno rappresentativi della vita o più puramente immaginari ([[Naturalismo (letteratura)|naturale]] contro romantico). La prima edizione fu bene accolta da alcuni critici, che inserirono l'opera nel filone del [[Letteratura medievale|romanzo medioevale]], "tra il [[1095]], l'epoca della [[prima crociata]], e il [[1243]], l'anno dell'ultima", come rileva la prima prefazione. Alcuni critici descrissero Walpole come un "traduttore ingegnoso". In seguito all'ammissione di paternità del libro da parte di Walpole, tuttavia, molti critici furono restii a lodare l'opera, riducendola a prosa romantica assurda e tronfia.
 
Nelle intenzioni di Walpole, il romanzo era un tentativo di unificare il [[Naturalismo (letteratura)|naturalismo]]''novel'' e il [[romanticismo]] ''romance''(alla stregua di [[Nathaniel Hawthorne]] col suo ''[[La casa dei sette abbaini]]''). Ciò appare chiaro rileggendo la seconda stesura della [[prefazione]]:
{{Citazione|Fu un tentativo di miscelare le due anime della narrativa, l'antico e il moderno. In principio era tutto immaginazione ed improbabilità: in seguito, la natura è sempre stata copiata con successo... L'autore delle pagine seguenti ritiene possibile riconciliare i due tipi.}}