Patto Molotov-Ribbentrop: differenze tra le versioni

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Il '''patto Molotov-Ribbentrop''', talvolta chiamato '''patto [[Adolf Hitler|Hitler]]-[[Iosif Stalin|Stalin]]''',<ref>A. Peregalli, ''Il patto Hitler-Stalin e la spartizione della Polonia'', Massari, 1989.</ref> fu un [[trattato di non aggressione]] fra la [[Germania nazista]] e l'[[Unione sovietica|Unione Sovietica]].
 
Venne firmato a [[Mosca (Russia)|Mosca]] il 23 agosto [[1939]] dal ministro degli Esteri sovietico [[Vjačeslav Michajlovič Molotov|Vjačeslav Molotov]] e dal ministro degli Esteri tedesco [[Joachim von Ribbentrop]]. Si trattò di una conseguenza della decisione di Stalin, dubbioso della reale volontà delle potenze europee occidentali di opporsi all'espansionismo aggressivo della Germania nazista, di ricercare un accordo con Hitler per contenerne la spinta verso est, per acquisire vasti territori appartenuti all'[[Impero russo|impero zarista]] e per dirottare le mire tedesche verso ovest, guadagnando tempo per rafforzare i suoi preparativi militari. Hitler accolse prontamente la sorprendente disponibilità sovietica contando di sfruttare l'accordo per concentrare le sue forze a ovest, senza temere minacce alle spalle pur mantenendo le sue mire strategiche a lungo termine verso le terre dell'est. L'accordo, considerato da alcuni storici uno dei fattori causali determinanti dell'inizio della [[seconda guerra mondiale]] (1º settembre 1939), definiva tra l'altro le [[Sfera di influenza|sfere di influenza]] del Terzo ''Reich'' e dell'Unione sovietica per le zone vicine ai confini dei due Stati. Le conseguenze immediate più importanti del trattato furono la divisione del territorio [[Polonia|polacco]] tra sovietici e tedeschi e l'[[Occupazione sovietica delle repubbliche baltiche|occupazione delle repubbliche baltiche]] da parte dell'[[Armata Rossa]].
 
L'accordo, considerato da alcuni storici uno dei fattori causali determinanti dell'inizio della [[seconda guerra mondiale]] (1º settembre 1939), definiva tra l'altro le [[Sfera di influenza|sfere di influenza]] del Terzo ''Reich'' e dell'Unione sovietica per le zone vicine ai confini dei due stati. Le conseguenze immediate più importanti del trattato furono la divisione del territorio [[Polonia|polacco]] tra sovietici e tedeschi e l'[[Occupazione sovietica delle repubbliche baltiche|occupazione delle repubbliche baltiche]] da parte dell'[[Armata Rossa]].
 
== Quadro generale ==
=== L'Unione Sovietica dopo la prima guerra mondiale ===
[[File:Gloria Victis Memorial – Molotov–Ribbentrop Pact Memorial Stone.jpg|thumb|Lapide commemorativa del patto tra la Germania nazista di Hitler e l'Unione Sovietica di Stalin, al [[Memoriale Gloria Victis]] in [[Ungheria]]]]
L'equilibrio di potere in [[Europa]], durante la pausa successiva alla [[prima guerra mondiale]], veniva eroso un poco alla volta. Basti pensare alla crisi causata dalla [[guerra d'Etiopia]] ([[1935]]-[[1936]]), che preludeva alla crisi dell'unico organismo di pace internazionale, la [[Società delle Nazioni]]; oppure all'[[accordo di Monaco]] ([[1938]]) che dava mano libera a [[Hitler]] nel suo intento di estendere i propri territori (a costo di altri stati come la [[Cecoslovacchia]]). Le potenze occidentali, perseguendo la politica chiamata dell'[[Appeasement]], per timore di scatenare un nuovo conflitto mondiale, decisero di consentire alle continue pretese territoriali del [[Terzo ''Reich]]''.
 
Visto dalla prospettiva sovietica, un patto con la Germania poteva essere una risposta necessaria al deterioramento della situazione in [[Europa]], a partire dalla seconda metà degli [[anni 1930|anni trenta]], quando la [[Germania nazista]] si allineò con l'[[Italia fascista]] per formare il gruppo delle [[Potenze dell'Asse]]. Da una parte, un patto avrebbe garantito una certa sicurezza all'URSS; dall'altra questa mirava, come la Germania, a rovesciare l'ordine stabilito nel [[Trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles]], stipulato dopo la [[prima guerra mondiale]] dagli Alleati occidentali senza il concorso dei diplomatici sovietici considerati rappresentanti di un'entità politica non riconosciuta internazionalmente (la Russia bolscevica) e minacciosa per l'ordine politico-sociale.
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=== Gli equilibri dopo la conferenza di Monaco ===
Tanto la Germania quanto l'Unione Sovietica erano dunque interessate a sovvertire un ordine stabilito senza che né l'una né l'altra potessero avere voce in capitolo. Il [[Regno Unito]] e la [[Francia]] erano invece notori garanti dello ''status quo'' territoriale, e rimasero in attesa fino alla distruzione della [[Cecoslovacchia]] da parte della [[Germania]], resa possibile dalla [[Conferenza di Monaco]]: quest'ultima era stata decisa in comune accordo da [[Adolf Hitler]], [[Neville Chamberlain]], [[Benito Mussolini]] ed [[Édouard Daladier]] il 29 settembre 1938: in seguito all'accordo, il territorio cecoslovacco andava a finire, più o meno direttamente, sotto il controllo di Hitler. Da parte della Francia e del Regno Unito, era stata decisiva la tendenza a cercare compromessi con la Germania allo scopo di evitare un confronto militare: si trattava di quella che veniva chiamata ''politica dell'''[[Appeasement]]'', una pacificazione ricercata quasi a tutti i costi: infatti, la decisione di cedere alle richieste territoriali dei tedeschi era in contraddizione con l'alleanza franco-cecoslovacca del [[1924]].
 
Le decisioni prese erano comunque a favore della politica hitleriana di quegli anni, atta a procurare al popolo tedesco il cosiddetto "spazio vitale" in Europa dell'est (''Lebensraum im Osten''). Nel frattempo, comunque, le due potenze occidentali si erano arrese all'evidenza dei fatti, dato che le loro concessioni non avevano placato, ma anzi stimolato le velleità di Hitler. La politica dell'''Appeasement'' non poteva assolutamente più essere perseguita, dunque l'espansione tedesca doveva assolutamente essere fronteggiata.<ref>Antonio Brancati, ''Civiltà nei secoli'', vol. III, La Nuova Italia, Scandicci 1989 (p. 523).</ref> Così, inglesi e francesi si dichiararono disposti a garantire l'integrità della Polonia già nel marzo del 1939, il che fornì alla Germania un pretesto per disdire un [[Patto di non aggressione tedesco-polacco|patto di non aggressione]] stipulato con la Polonia sei anni prima. Per gestire la situazione, i francesi e gli inglesi si sforzarono di trovare un accordo con i sovietici, i quali tuttavia, nella primavera del 1939, stavano negoziando anche con i nazisti e giocavano quindi contemporaneamente su due tavoli.
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Infatti, un avvicinamento ai nazisti avrebbe concesso all'[[Armata Rossa]] il tempo di cui aveva assolutamente bisogno per prepararsi a una forse inevitabile guerra contro la Germania. L'esigenza di rimandare il più possibile il confronto era dovuta al fatto che gli apparati governativi e l'[[Armata Rossa]] erano stati indeboliti dai quattro processi indetti da Stalin negli ultimi tre anni per eliminare le vecchie prominenze del comunismo sovietico ([[Grandi purghe]]). Per quanto riguarda Hitler, questi era convinto che questo accordo avrebbe costretto francesi e britannici a desistere dall'intento di difendere la Polonia. Il fin troppo facile successo diplomatico raggiunto alla [[Conferenza di Monaco]] gli aveva dato la falsa sicurezza che i suoi avversari fossero degli smidollati.<ref>[http://www.ns-archiv.de/krieg/1939/22-08-1939.php Discorso all'Obersalzberg]</ref>
 
[[File:Ribbentrop-Molotov it.svg|thumb|Spartizione territoriale tra Germania e Unione Sovietica: che vede a sinistra la suddivisione come sarebbe dovuta avvenire in base agli accordi, a destra la spartizione effettivamente avvenuta; in blu il ''Reich'' tedesco; in celeste gli obiettivi tedeschi, in arancione gli obiettivi sovietici; in rosso l'Unione Sovietica<br>In: in realtà, gli scopi militari di Hilter andavano ben oltre quelli indicati dalle cartine, tanto che nel 1941 la Germania avrebbe aggredito l'Unione Sovietica]]
 
=== Contenuto del patto ===
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Dopo l'inizio delle operazioni militari contro la Polonia, la costernazione non accennava a diminuire, sia tra i governi che più di tutti avevano temuto un simile risultato, sia tra i tanti sostenitori del comunismo, molti dei quali trovavano incomprensibile che i sovietici fossero scesi a patti con il nemico ideologico nazista. Una famosa vignetta di [[David Low]] apparsa sul [[London Evening Standard]] del 20 settembre 1939 mostrava Hitler e Stalin scambiarsi un inchino sopra il cadavere della Polonia, con Hitler che diceva: "La feccia della Terra, suppongo?" mentre Stalin replicava "Il sanguinario assassino dei lavoratori, presumo?". La stampa italiana, controllata dal regime, reagiva invece in maniera positiva: ''[[Il Corriere della Sera]]'' del 24 agosto parlava di uno "splendido successo" delle potenze dell'[[Asse Roma-Berlino|Asse]], non mancando di attaccare la politica di Regno Unito e Francia.
 
Il 28 settembre [[1939]] i tre deboli [[Stati baltici]] non ebbero altra scelta che firmare un cosiddetto ''Pattopatto di assistenza e mutua difesa'', che permetteva all'Unione Sovietica di far stazionare delle truppe in [[Estonia]], [[Lettonia]] e [[Lituania]]; lo stesso giorno un protocollo supplementare tedesco-sovietico trasferiva gran parte della Lituania dalla prevista sfera d'influenza tedesca a quella sovietica. La Finlandia resistette a simili pretese (non volle accettare nemmeno uno scambio di territori con l'URSS a lei favorevole in termini di estensione) e venne per questo attaccata dall'URSS il 30 novembre. Comunque, le truppe finlandesi, pur enormemente inferiori sul piano numerico, erano molto motivate e perfettamente attrezzate per un confronto militare durante la stagione invernale.
 
Dopo più di tre mesi di aspri combattimenti e pesanti perdite da parte sovietica nella seguente [[guerra d'inverno]], l'URSSUnioen Sovietica desistette dal suo intento di occupare ed annettersi l'intera Finlandia, in cambio di circa il 10% del territorio finlandese (la [[Carelia]]), gran parte del quale era ancora nelle mani dell'esercito finnico (questa cessione sarebbe rimasta definitiva). Nel giugno [[1940]] i tre stati baltici subirono l'occupazione e la successiva annessione da parte dell'Unione Sovietica. Il 26 giugno [[1940]] i sovietici posero un [[ultimatum]] alla Romania per la cessione della [[Bessarabia]] e della parte settentrionale della [[Bucovina]]: la richiesta sovietica della Bucovina Settentrionale, un territorio mai appartenuto alla Russia che i tedeschi consideravano mitteleuropeo e che non era stato preso in considerazione nei protocolli del patto di non aggressione, fu una sorpresa non solo per la Romania, ma anche per il [[Terzo ''Reich]]''.
 
Senza l'appoggio dei suoi tradizionali alleati, Regno Unito e Francia, [[Bucarest]] cedette i territori richiesti, ma da parte sovietica vi fu il mancato rispetto dei patti: i militari rumeni in ripiegamento verso il nuovo confine nei tempi e nei modi concordati furono attaccati proditoriamente, anche con lancio di paracadutisti, dall'[[Armata Rossa]]. I soldati sovietici aprirono il fuoco non solo contro i militari rumeni, ma anche contro masse di civili in fuga verso la Romania (si ricordi in merito il [[massacro di Fântâna Albă]]). Non paghe, le forze armate sovietiche invasero anche il territorio di [[Herța]], con una maggioranza di popolazione rumena pari a circa il 95% del totale, che non era stato menzionato dall'ultimatum sovietico e che apparteneva alla Romania in epoca anteriore allo scoppio della [[prima guerra mondiale]].