Dialetto bolognese: differenze tra le versioni

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==Grammatica==
Il bolognese, come gli altri dialetti del gruppo gallo-italico, appartiene al più vasto gruppo linguistico [[Lingue romanze occidentali|romanzo occidentale]] e differisce in vari aspetti dall´[[Lingua italiana|italiano]] standard, che è invece un idioma del gruppo [[Lingue italo-dalmate|italo-dalmata]].
 
====verbi====
 
Il bolognese presenta 4 coniugazioni in -èr -air -er e -ir
es: mandèr (mandare), savair (sapere), bâter (battere), fînir (finire).
Anche se ha lo stesso numero di modi e tempi, la coniugazione bolognese è però più semplice di quella italiana poiché, una volta superato lo scoglio del presente indicativo e del participio passato troviamo più o meno le stesse forme.
Es: sapendo che il passato remoto di mandèr è mé a mandé, té t mandéss, ló al mandé, nó a mandénn, vó a mandéssi, låur i mandénn, possiamo ricavare il passato remoto anche delle altre coniugazioni: mé a savé, té t batéss, ló al finé ecc...
Vi sono però alcune particolarità nell’uso di tempi e modi: ad es. il gerundio ricorre molto meno che in italiano e per «sto facendo» si preferisce dire a sån drî a fèr (letteralmente «sono dietro a fare»). Esiste anche un embrione di gerundio futuro perifrastico: a sån drî par fèr, col significato di «sto per fare».
 
Come si vede dagli esempi, la coniugazione bolognese richiede che fra il soggetto e il verbo si inseriscano delle particelle pronominali: a, (e)t, al, (la per la II pers. f. s.) a, a, i ( äl per la III pers. f. pl.)
 
====domande====
In Bolognese si costruisce la domanda invertendo il verbo al soggetto: csa fèl ló? Cosa fa lui? Presentando inoltre una sorta di cognigazione.
 
====sostantivi====
troviamo subito il plurale metafonetico al maschile: se in italiano il plurale di «cassetto, topo, fiore, pelo» è «cassetti, topi, fiori, peli», cioè si sostituisce la vocale finale con una -i, in bolognese i plurali di casàtt, påndg, fiåur e pail sono rispettivamente casétt, póndg, fiûr e pîl, con variazione della radice, come spesso in tedesco («der Mantel - die Mäntel», cioè «il mantello - i mantelli»).
Anche la -e del femminile a un certo punto cadde, ma in alcuni casi è stata restaurata sotto forma di -i per evitare confusioni col singolare maschile: abbiamo infatti la serie al gât, i gât, la gâta, äl gâti «il gatto, i gatti, la gatta, le gatte».
 
Il nostro maschile e femminile per uno e una in bolognese si mantiene fino al 3 come fosse presente una sorta di [[duale]]:un òmen, dû òmen, trî òmen, una dòna, dåu dòn, trai dòn.
 
==Fonetica e ortografia==