Antonio Giolitti: differenze tra le versioni

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=== Decesso e funerali ===
Morì l’8l'8 febbraio [[2010]] all'età di 95 anni<ref>[http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201002articoli/52012girata.asp Morto Antonio Giolitti, padre della Costituzione ed ex ministro], [[La Stampa]]</ref><ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2010/02/08/visualizza_new.html_1701473716.html Morto a Roma Antonio Giolitti], [[ANSA]]</ref>. Le orazioni funebri furono tenute presso la Camera dei Deputati, alla presenza del capo dello Stato [[Giorgio Napolitano]], da due noti esponenti della corrente giolittiana: [[Giorgio Ruffolo]] e [[Giuliano Amato]].
 
== L'impegno intellettuale ==
Oltre all'impegno politico, Giolitti ebbe anche un fecondo impegno intellettuale, iniziatosi con la collaborazione con la [[Giulio Einaudi]] Editore. Grazie alla sua padronanza di diverse lingue (inglese, tedesco e francese), suggerì spesso la traduzione di saggi di economia. Fu lui stesso traduttore di alcuni saggi: tra di essi il libriccino di [[Max Weber]] sulla politica come professione. Sua moglie, Elena D'Amico in Giolitti, fu anche lei traduttrice dal francese per l’l'[[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] di varie opere, tra le quali ''[[Sodoma e Gomorra]]'', uno dei sette volumi della ''[[Ricerca del tempo perduto]]'' di [[Marcel Proust]].
 
La sua uscita dal Pci dopo i fatti d'Ungheria provocò notevole dibattito, anche intellettuale, nella sinistra italiana, anche a causa dell'autorevolezza e della sobrietà di Giolitti<ref>Si veda, per esempio, ''Il carteggio Cantimori-Giolitti'' a cura di Dario Borso, 'Italia Contemporanea', n. 265, 2011, DOI: 10.3280/IC2011-265003</ref>.
Negli anni sessanta diresse, sempre per l’Einaudil'Einaudi, la prestigiosa ''Serie di politica economica''. Intorno alla sua corrente socialista si raccolse un gruppo di audaci intellettuali riformisti, tra i quali [[Giuliano Amato]], [[Franco Archibugi]], [[Luciano Cafagna]], Manin Carabba, Giuseppe Carbone, Federico Coen, [[Furio Diaz]], [[Gino Giugni]], Franco Momigliano, [[Carlo Ripa di Meana]], [[Giorgio Ruffolo]], [[Luigi Spaventa]] e [[Paolo Sylos Labini]]. Tra il [[1958]] e il [[1960]] fu il promotore della rivista ''Passato e Presente''. Giolitti collaborò anche a numerose riviste politiche e culturali, tra le quali ''[[Il calendario del popolo]]'', ''[[Rinascita]]'', ''[[Mondoperaio]]'' e ''[[Lettera internazionale]]''.
 
Antonio Giolitti scrisse importanti saggi politici. Nel [[1992]] pubblicò ''Lettere a Marta'' (Il Mulino), un volume autobiografico di riflessioni e ricordi personali indirizzati alla nipote Marta Craveri, che spesso lo interrogava sulle vicende storiche alle quali egli aveva partecipato.
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== Riconoscimenti ==
Nel [[2006]], in occasione dell'anniversario dei fatti d’d'[[Ungheria]] del 1956, Antonio Giolitti ricevé l'omaggio del presidente della Repubblica [[Giorgio Napolitano]], il quale, recandosi personalmente nella sua abitazione romana, riconobbe che cinquant'anni prima la ragione stava dalla sua parte. Nel 1956 Giolitti e Napolitano erano entrambi membri del [[Partito Comunista Italiano]].<ref>Fabrizio Roncone, [http://archiviostorico.corriere.it/2006/agosto/30/autocritica_Napolitano_Ungheria_Nenni_aveva_co_9_060830125.shtml L'autocritica di Napolitano: Ungheria, Nenni aveva ragione], [[Corriere della Sera]], 30 agosto 2006.</ref>
 
== Opere ==