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=== La Repubblica Ligure ===
Nel 1797 la discesa dell’esercitodell'esercito napoleonico determinò il passaggio della Liguria sotto il controllo francese; con i nuovi ordinamenti dal 1798 Murta entrò a far parte del comune di Rivarolo.
Quello stesso anno nella località Crocetta, poco distante dalla chiesa, fu innalzato l'[[albero della libertà]], simbolo del nuovo regime, ed organizzate feste "popolari". Il parroco del tempo, don Marchese, arrestato per aver rifiutato di prendervi parte e condotto dapprima nelle carceri di [[Alessandria]] e poi confinato a [[Novi Ligure|Novi]], poté tornare a Murta solo due anni dopo.
Il Persoglio scrive che ''"il popolo, preteso di Murta, ma venutovi da Rivarolo, vi facea la ridda (rionda) intorno, dopo avere fatto all’apertoall'aperto un pranzo democratico. Il [[Prevosto]] Marchese dovette partir per l’l'[[esilio|esiglio]] per aver ricusato di prendere parte a quelle orgie anticristiane e alzata la voce contro la profanazione delle bandiere rivoluzionarie entrate in chiesa."''<ref name="Persoglio"/>
Questa affermazione, anche se può apparire viziata dal pensiero dell'autore, fiero avversario di tutte le [[anticlericalismo|ideologie anticlericali]], appare realistica considerando che i murtesi, al pari della maggior parte dei valligiani polceveraschi, si mostrarono estranei alle nuove idee rivoluzionarie, che mettevano in discussione il loro consolidato attaccamento alle tradizioni.<ref name="Lamponi">M. Lamponi, "Bolzaneto, ieri, oggi e ..."</ref>.
 
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Murta, nel 1922, fu il primo paese in Liguria ad inaugurare un monumento per commemorare i 53 concittadini caduti nella [[prima guerra mondiale]]. L'inaugurazione del monumento marmoreo, opera di E. Paggiani, avvenne il 5 novembre 1922, con un gran concorso di folla.<ref name="Lamponi"/>
 
Il paese non è stato direttamente interessato dallo sviluppo industriale che ha riguardato le aree di fondovalle. Oggi è quasi esclusivamente un centro residenziale, i cui abitanti per la maggior parte lavorano in aziende della Val Polcevera e di Genova. Dell’anticaDell'antica economia agricola restano intorno alle case piccoli orti e vigneti, coltivati dai residenti soprattutto ad uso personale.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
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[[File:Genova Murta-chiesa san Martino.jpg|thumb|left|Chiesa di San Martino di Murta]]Le prime notizie della chiesa di Murta, dedicata a [[San Martino di Tours]], risalgono al 1143, quando viene citata nel Registro Arcivescovile delle [[decime]], come dipendente dalla [[Rivarolo (quartiere di Genova)#Chiesa di Santa Maria Assunta|pieve di Rivarolo]], ma le sue origini sono certamente più antiche.<ref name="Lamponi"/>
Citata come [[parrocchia]]le dal 1202, fu completamente ricostruita all'inizio del [[XVIII secolo|Settecento]] su quella preesistente. Nel 1747, durante la guerra di successione austriaca subì danni gravissimi e la spoliazione di tutti gli arredi.
La ricostruzione fu completata nel 1770; l’internol'interno, ad una [[navata]], è in stile [[barocco]], con [[affresco|affreschi]] e stucchi dorati. Pregevoli tele del Seicento e del Settecento adornano l'[[abside]] e i sei [[altare|altari]] laterali.
 
Il dipinto di maggior pregio conservato nella chiesa è l’l'[[pala d'altare|ancona]] di San Martino, attribuita al pittore [[Fiandre|fiammingo]] [[Antoon van Dyck]]. Il quadro fu salvato dal saccheggio del 1747, essendo stato messo al sicuro a Genova.
 
===== La "rûe" =====
In passato fu celebre una grandiosa [[Quercus petraea|rovere]] (in ligure "rûe") plurisecolare piantata accanto alla chiesa, che costituiva un importante punto di riferimento per la comunità.
Questa quercia era una delle due che furono piantate sul piazzale all'epoca della costruzione della nuova chiesa, intorno al 1710. Quella collocata sul lato a sud cadde, sradicata dal vento, nel 1801. La quercia superstite, sull'angolo nord della chiesa, aveva una circonferenza alla base di otto metri e undici rami, disposti simmetricamente a più di quattro metri da terra. Il grande albero fu tenacemente difeso dagli abitanti di Murta quando alla fine del Settecento i soldati napoleonici avrebbero voluto abbatterlo per farne legname da costruzione.<ref name="Persoglio"/>
In particolari occasioni tra i rami di quest’alberoquest'albero era allestito un originale punto di ristoro, come avvenne nel [[1897]], nel 15º centenario della morte di San Martino di Tours; già in fase di decadenza negli [[anni 1930|anni trenta del Novecento]]<ref name="Lamponi"/>, crollò definitivamente la notte tra il 28 ed il 29 agosto 1948, a causa di un forte temporale.
 
=== Architetture civili ===
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=== Agricoltura ===
Fino al [[secondo dopoguerra]] l’economial'economia locale era basata sull’sull'[[agricoltura]], favorita dall’esposizionedall'esposizione a sud dei versanti collinari; molto rinomato era il [[Val Polcevera (vino)|vino bianco Polcevera]], prodotto ancora oggi, anche se in quantità limitata.
Dell’anticaDell'antica economia agricola restano intorno alle case piccoli orti e vigneti, coltivati dai residenti soprattutto ad uso personale.
 
Altra attività economica del passato fu quella legata ai numerosi [[mulino|molini]] che sfruttando le acque dei rivi che attraversano il territorio, macinavano cereali o producevano forza motrice idraulica per aziende tessili o meccaniche. Questi mulini erano presenti soprattutto sul versante a nord della collina, nella valle del torrente chiamato appunto Molinassi; alcune case della località Carpinello sono antichi mulini, oggi trasformati in abitazioni.