San Lorenzo (Roma): differenze tra le versioni

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Alle ore 11.03, 662 bombardieri statunitensi rilasciarono {{TA|4 000}} bombe (circa {{TA|1 060}} tonnellate) sul quartiere, provocando circa {{TA|3 000}} morti, di cui 1377 identificati, ed {{TA|11 000}} feriti.
 
Gaetano Bordoni, testimone che rimase ferito nel bombardamento, persi numerosi parenti, trasformò la bottega da [[barbiere]] del padre in una nota "casa della memoria"<ref>[http://roma.repubblica.it/multimedia/home/657305/2 Il barbiere di San Lorenzo che non dimentica le bombe], Galleria fotografica pubblicata su [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]], 16 aprile 2007.</ref>; intervistato più volte<ref>Nel documentario che l'italianista David Forgacs dedica a San Lorenzo, Bordoni compare come una delle fonti principali [http://eprints.ucl.ac.uk/12581/ David Forgacs, ''San Lorenzo: memory and place'', [[Università di New York|New York University]], [[New York]], 2005]</ref>, da alcuni storici fu considerato fonte di storia orale<ref>Si veda, ad esempio, nel prestigioso ''The Oxford Handbook of Postwar European History Handbook'' il capitolo di Geoff Eley, [http://books.google.it/books?id=PHD3TsVlqKAC&pg=PA43&dq=%22Gaetano+Bordoni%22&hl=it&sa=X&ei=4V9gUs3dFMvN4QT07oGwAg&ved=0CGQQ6AEwCQ#v=onepage&q=%22Gaetano%20Bordoni%22&f=false "Corporatism and the Social Democratic Moment: The Postwar Settlement, 1945-1978], [[Oxford]], [[Oxford University Press]], 2012, p. 43</ref> e citato in diverse pubblicazioni sull'argomento<ref>Cesare De Simone, ''Venti angeli sopra Roma. I bombardamenti aerei sulla Città Eterna 19 luglio e 13 agosto 1943'', Milano, Mursia, 1993; Umberto Gentiloni Silveri e Maddalena Carli, ''Bombardare Roma. Gli Alleati e la “città aperta"'' (1940-1944), Bologna, Il Mulino, 2007; Marco Patricelli, ''L’ItaliaL'Italia sotto le bombe. Guerra aerea e vita civile 1940-1945'', Roma-Bari, Laterza, 2007; Nicola Labanca (a cura di), ''I bombardamenti aerei sull’Italiasull'Italia'', Bologna, Il Mulino, 2012..</ref>.
 
Come già citato, il bombardamento colpì diverse zone ad est della città (fra queste, la più borghese zona di via dei Villini, e l'area intorno piazza Bologna). Ma quello di San Lorenzo, un po' perché il primo, un po' perché quello che causò maggiori danni, un po' perché associato con l'arresto di Mussolini solo sei giorni dopo, è stato quello più celebrato, con cerimonie pubbliche che si svolgono annualmente.