Questa è la mia vita: differenze tra le versioni

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{{Citazione|Bisogna prestarsi agli altri e darsi a se stessi|[[Montaigne]], citazione in apertura del film}}
 
 
'''''Questa è la mia vita''''' (''Vivre sa vie'') è un film del [[1962]] scritto e diretto da [[Jean-Luc Godard]], interpretato da [[Anna Karina]], all'epoca moglie del regista, vincitore del [[Leone d'argento - Gran premio della giuria|premio speciale della giuria]] alla [[27ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia|27ª Mostra di Venezia]].<br>
Il film prende spunto da un'inchiesta giornalistica, ''Où en est… la prostitution?'' del giudice Marcel Sacotte, pubblicata nel 1959, che analizza almeno duemila casi di prostituzione a partire dall'anno 1950.<ref>{{cita libro | nome= James S.| cognome= Williams| capitolo= Vivre sa vie, étude d’une source iconographique|titolo=Jean-Luc Godard. Documents| anno= 2006|pp=22-25|lingua=fr| editore= Centre Georges-Pompidou | città= Paris|ISBN=2-84426-299-6}}</ref>
 
 
== Trama ==
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*12 - ''Ancora il giovanotto - Il ritratto ovale - Raoul rivende Nana'' (''Encore le jeune homme - Le portrait ovale - Raoul revend Nana'')
Nana si trova in una camera d'albergo insieme al giovanotto che aveva incontrato al tavolo da biliardo, il quale le legge un brano del racconto ''[[Il ritratto ovale]]'' di [[Edgar Allan Poe]]. È palesemente innamorato. Nana decide di rompere con Raoul, che però non ha intenzione di lasciarla andare. La porta in auto in periferia, ha deciso di cederla per denaro a un altro protettore; i due uomini litigano, estraggono le armi e sparano. Nana si accascia sull'asfalto, colpita a morte.
 
 
== Critica ==
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In una sequenza, Nana assiste al cinema alla proiezione del film ''[[La passione di Giovanna d'Arco]]'' di [[Carl Theodor Dreyer]], identificandosi fortemente con la pulzella e piangendo insieme a lei per la sua condanna al rogo. In un primo tempo, Godard aveva pensato di proiettare per questa scena un estratto di ''[[Diario di un ladro]]'' (''Pickpocket'') di Robert Bresson, poi cambiò idea a favore di ''[[Il testamento di Orfeo]]'' di [[Jean Cocteau]], di nuovo tornò a Bresson chiedendogli l'autorizzazione di inserire qualche scena del ''[[Processo a Giovanna d'Arco]]'' che l'amico stava girando in quel momento, infine senza dire nulla si decise per l'opera del danese Dreyer.<ref>''Le dossier du mois'', Intervista a Jean-Luc Godard, ''Cinéma 65'' n. 94, marzo 1965.</ref><br>
Quasi alla fine del film, mentre Nana è in auto con Raoul, si vede un cinema dove proiettano ''[[Jules e Jim]]'', capolavoro della [[Nouvelle Vague]] girato da [[François Truffaut]].
 
 
==Curiosità==