Teoria delle laringali: differenze tra le versioni

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| "dare"
|} (Ẋ = forma sillabica dell'elemento misterioso)
 
 
Saussure trattò solo due di questi elementi, corrispondenti ai nostri *''h₂'' e *''h₃''. In seguito si notò che il potere esplicativo della teoria, così come la sua eleganza, aumentava se veniva aggiunto un terzo elemento, il nostro *''h₁'', che ha le stesse proprietà di allungamento ed essere sillabico degli altri due, ma non aveva l'effetto di colorazione delle vocali adiacenti. Saussure non offrì indicazioni sulla natura fonetica di questi elementi; la sua espressione per indicarli, "coéfficiants sonantiques", era comunque generalmente usata per approssimanti, nasali e liquide (es. le sonanti PIE) come in radici quali *''bher''-.
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*(A) gotico ''kuni'' "clan, famiglia" = anglosassone ''cynn'' /künn/, inglese ''kin''; rigvedico ''jajanúr'' 3pl.perfetto < *''ǵe-ǵṇn''- (un relitto; la forma regolare sanscrita nei paradigmi come questo è ''jajñur'', un rimodellamento).
*(B) sanscrito'' jātá''- "nato" = latino ''nātus'' ([[latino arcaico]] ''gnātus'' e cfr. forme come ''cognātus'' "imparentato per nascita", greco ''kasí-gnētos'' "fratello"); greco ''gnḗsios'' "appartenente alla razza". (Si può dimostrare che la ''ē'' in queste forme greche è originale, non uno sviluppo attico-ionico del protogreco *''ā''.)
 
 
A proposito del termine "seṭ". Il termine pāṇiniano "seṭ" (cioè, ''sa-i-ṭ'') significa letteralmente "con una /i/". Ciò si riferisce al fatto che le radici così designate, come ''jan''- "nascere", hanno una /i/ tra la radice ed il suffisso, come abbiamo visto nel sanscrito ''jánitar-, jániman-, janitva'' (un gerundio). Si confrontino tali formazioni con costruite a partire da radici "aniṭ" ("senza una /i/"), come ''han''- "uccidere": ''hántar''- "assassino", ''hanman''- "un assassinio", ''hantva'' (gerundio). Nell'analisi di Pāṇini, questa /i/ è una vocale di collegamento, non propriamente una parte della radice o del suffisso. È solo che alcune radici sono in effetti nella lista di quelle che (come lo tradurremmo) "prendono una -''i''-".
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*''*ḥ₃'' nel greco ''árotron'' "aratro" = gallese ''aradr'', antico nordico ''arðr'', lituano ''árklas''.
 
 
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