Chiesa di San Silvestro (Brescia): differenze tra le versioni

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Il progetto viene affidato al capomastro Giovan Battista Galli<ref name=sito />, già assistente dell'architetto Domenico Corbellini, il quale aveva progettato il rifacimento della [[Chiesa di San Lorenzo (Brescia)|chiesa di San Lorenzo]], in città. I due avevano lavorato assieme, pochi anni prima, per la realizzazione della chiesa parrocchiale di [[Paitone]], nel bresciano, a [[Fulda (città)|Fulda]] per il progetto della chiesa di San Nicola, e a [[Würzburg]] per il Palazzo Querini, come assistenti dell'architetto [[Johann Balthasar Neumann]]. Per la chiesa di Folzano, il Galli ripropone lo stesso schema architettonico e strutturale della chiesa di San Nicola di Fulda, della quale pare infatti una copia in miniatura. Il 25 marzo [[1745]] si ha la solenne cerimonia della posa della prima pietra, che viene collocata due metri sulla sinistra rispetto a dove sarà in futuro la porta principale. Si tratta di una pietra liscia, lunga circa un metro e mezzo e larga uno, con incise tre croci e la data di inizio dei lavori.
 
Già poco dopo l'apertura del cantiere, però, emerge un grosso problema: il terreno designato a ospitare la fabbrica, vicino alla vecchia chiesa, è troppo soggetto a infiltrazioni. Le buche scavate per le fondamenta si riempiono d'acqua in poco tempo e lo scavo diventa presto un pozza fangosa. I lavori vengono fermati per circa quattro mesi, tentando di trovare una soluzione al problema. Nel cantiere entra la figura del capomastro Bartolomeo Cicogna, accompagnato da alcuni suoi aiutanti specializzati, da poco tornato a Brescia da [[Portogruaro]], dove nei lavori di costruzione della residenza di Giovan Francesco Querini, fratello del cardinale, si erano presentati i medesimi problemi. Il terreno viene riorganizzato con la preparazione di un fondo di pietra fatto di scarti di lavorazione provenienti dalle cave di [[Botticino]], massi e pietrame vario. Viene poi piantata un'ottantina di alti pali di legno e realizzata una nuova pavimentazione su cui impostare i muri della chiesa. Su proposta sempre del Cicogna, gli stessi muri perimetrali vengono realizzati con un'inclinazione di 7,5 gradi verso l’internol'interno per stabilizzare l'edificio e scaricare meglio il peso della cupola.
 
Da questo momento in poi, i lavori proseguono spediti. Molto del materiale da costruzione impiegato viene recuperato dalla demolizione della vecchia chiesa adiacente. Nell'ottobre [[1753]] viene posto il tetto, mentre nella primavera del [[1754]] viene terminata la [[sacrestia]]: la conclusione dei lavori si registra il 30 aprile [[1755]]. Il mastro Gasparo Cami interviene per primo a decorare gli interni con una serie di [[Quadratura (pittura)|quadrature]]. Nel [[1757]] vi lavoreranno i fratelli Felice e Ottaviano Pasquelli, insieme a Domenico Rossi, per realizzare i vari stucchi e fregi in marmo, mentre alla fine del [[1758]] viene inviato a Folzano [[Antonio Ferretti]], si dice "a riposarsi" fra l'impegnativo cantiere della [[Residenza di Würzburg]] e un'altra opera impegnativa già commissionatagli, la decorazione e la realizzazione di alcune statue per la [[Biblioteca Queriniana]]<ref name= sito />.
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*Sulle pareti laterali all'ingresso, internamente, sono posti due [[altorilievi]] di Antonio Ferretti, quello di destra raffigurante l'episodio della ''Resurrezione'' e a sinistra il ''Battesimo di Gesù''.
*L'altare di destra è dedicato alla [[Madonna del Rosario]] e ospita, al posto della pala, una statua di Antonio Ferretti in legno di tiglio, raffigurante la Vergine con il Bambino in braccio, scultura dinamica e dai colori preziosi che si armonizzano con l'interno della chiesa. La statua fu collocata durante una solenne cerimonia il 30 giugno 1759, generando una fortissima devozione fra i fedeli che si mantiene viva ancora oggi. L'altare è completato da due statue in marmo sempre del Ferretti raffiguranti [[San Domenico]] e [[Santa Caterina]].
[[File:Tiepolo - Folzano.png|thumb|right|[[Giovanni Battista Tiepolo]], ''Papa Silvestro nell'atto di battezzare l’Imperatorel'Imperatore Costantino'' ]]
*Nel [[presbiterio]] domina la pala di [[Giambattista Tiepolo]], l'opera più importante contenuta nella parrocchiale di Folzano, raffigurante ''Papa Silvestro nell'atto di battezzare l’Imperatorel'Imperatore Costantino''. L'opera è notevole, con spesse campiture di colore che conferiscono effetti cromatici quasi pirotecnici, rivelando un pittore assolutamente inarrivabile nella resa del bianco sul manto di Costantino o nell’accostamentonell'accostamento cromatico tra il blu della veste del paggio (la cui esecuzione però, secondo uno studio radiografico del 1995, si deve a un'altra mano) e il rosso del piviale del Santo. Dalle cronache tenute da Bartolomeo Facci, nobile e facoltoso possidente locale, rileviamo in data 1º agosto 1757 che "''si spera pure nel prossimo decembre di poter nichiare nella sovazza del Altar maggiore la pala effigiante S. Silvestro Papa, che battezza l’Imperadorl'Imperador Costantino, della quale si è accordato il contratto per il prezzo dé zecchini d’orod'oro cento col S’S' Giobatta Tiepolo, Pittore veneziano dé più eruditi, e celebri che vivono nella presente età, quale ha assonto particolare impegno d’impiegared'impiegare ogni studio ed attenzione nella facitura della pala medesma veramente unica''". Nonostante la notevolissima cifra pagata, circa 600-700 mila euro attuali, passeranno ancora due anni prima che l’operal'opera venga consegnata e collocata nel presbiterio della chiesa. Confidando nella difficoltà di spostamento sulle grandi distanze geografiche di committenti e fruitori, però, il Tiepolo realizza e vende almeno altre due copie della tela. La più somigliante è quella realizzata negli stessi anni per la parrocchiale omonima alla folzanese di Wilner-Noistadth in [[Alta Slesia]], dove però la scena è raffigurata in modo speculare. Una terza copia dell'opera è conservata all’all'[[Accademia di Venezia]], nella quale però i soggetti della scena sono stati trasformati in [[San Patrizio]] che battezza Re Borrou d’Irlandad'Irlanda. Dell’operaDell'opera folzanese è giunto fino a noi il cartone inviato a Brescia con la nota di Giovan Battista Mazzucchelli, segretario del Cardinal Querini, oggi conservato presso la Galleria Cramer al[[l'Aia]]. La pala arriva a Brescia il 30 settembre 1759, rivelandosi un avvenimento: su un carro trainato da sei buoi bianchi, reperiti nel circondario, l'opera viene fatta sfilare in solenne processione lungo la via principale di Folzano. Per perpetuare il ricordo dell’avvenimentodell'avvenimento, la strada prende il nome di Via della Pala, storpiata nel 1801 in Via Palla<ref name= sito />.
*Sempre nel presbiterio spicca per complessità e impatto scenografico il gruppo figurativo della ''Deposizione'', con ben undici figure divise su due piani distinti, altro capolavoro di Antonio Ferretti. L’operaL'opera, realizzata nel 1757, si avvale di una preziosa cornice dei fratelli Pasquelli. Notare come tutte le figure del Ferretti, sia quelle singole agli altari laterali, sia quelle appartenenti al gruppo della Deposizione, appaiono ascendenti. L’artistaL'artista ha voluto imprimere loro un movimento verso l’altol'alto che ne rompe la staticità.
*L'altare di sinistra, dedicato all'[[Immacolata Concezione]], ospita una pala di [[Francesco Lorenzi]], allievo del Tiepolo. Si tratta della prima opera commissionata all'artista nell'area bresciana e ha un aspetto smaltato giallo-oro nel manto della Vergine, rosso fragola nella sua veste e rosa cangiante in giallo nella stoffa che cinge l'angelo reggente il manto. L'altare è completate da due statue di Antonio Ferretti raffiguranti [[San Gioacchino]] e [[Sant'Anna]]. L'opera rimase nella sua collocazione originale fino al 1921 quando, dopo la fine della [[prima guerra mondiale]], per celebrare il ritorno a casa di quasi tutti i folzanesi chiamati al fronte venne rimossa per far posto a una statua del Redentore. L'opera del Lorenzi fu riposizionata sull'altare nel 2003, dopo il restauro e la sua esposizione alla mostra dedicata all'autore, tenutasi a [[Mozzacane]], in provincia di Verona.