Palazzo Panciatichi (Firenze): differenze tra le versioni

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Bandino fece ingrandire il palazzo all'architetto [[Giulio Mannaioni]] anche su [[via Ricasoli]], dal [[1742]] al [[1747]], per realizzare nuove stanze di servizio e appartamenti da affittare a nobiluomini di passaggio a Firenze. La grande sala della ''Gerusalemme liberata'', magnificamente affrescata, fu fatta probabilmente realizzare dal figlio di Bandino, Niccolò, botanico e accademico dei [[Accademia dei Georgofili|Georgofili]]. Ormai imparentatisi con gli [[Ximense d'Aragona]], i Panciatichi si trasferirono a metà dell'Ottocento nel [[Palazzo Panciatichi-Ximenes]], dando a questo palazzo una funzione più di rappresentanza che di abitazione. In quegli anni venne aperto nel palazzo il ''Casino dei Risorti'', punto di ritrovo della borghesia fiorentina.
 
Il 14 settembre [[1910]] [[Marianna Panciatichi Ximenes]] vendette l'intero complesso del palazzo alla [[Società Cattolica d'Assicurazione]], poi venne rilevato dall'[[INA Assitalia|Ina]] nel [[1913]], che possiede tuttora l'immobile.
 
Dagli anni '60 venne insediato al secondo piano il Provveditorato agli Studi, mentre il [[Consiglio Regionale della Toscana]] vi si stabilì nel [[1976]], come in altri palazzi di [[Via Cavour (Firenze)|via Cavour]], tra i quali l'adiacente [[Palazzo Capponi-Covoni]]. Attualmente ospita la Pinacoteca Regionale e talvolta mostre d'arte.